Noir meraviglioso diretto in modo magistrale dal maestro Preminger che gioca alla perfezione con le aspettative dello spettatore, sovvertendole, e che ribalta molti topos del genere.
La regia è fantastica e da subito parte con un piano-sequenza perfettamente eseguito che spazia tra gli oggetti della casa lussuosa fino ad arrivare al detective Mark McPherson.
Preminger è formidabile sia nell'utilizzare i movimenti di macchina per andare dentro o uscire dai personaggi, avvicinandosi o ritraendosi da loro; nel cercarli ma anche per come scandisce i tempi. Il regista sa perfettamente quando rimanere di regia statica, aumentare i tagli di montaggio, sono notevoli le scene a susseguirsi dell'evolversi della carriera di Laura sotto quest'aspetto.
Altro fattore, l'importanza nel saper andare sui dettagli degli oggetti regalandogli importanza, l'intensità del quadro, del pendolo.
Le scenografie sono lo stesso di altissimo livello con una messa in scena rigorosa, formale ed elegante che utilizza meravigliosamente la fotografia, il bianco e nero e i chiaro-scuro.
In un certo senso come Hitchcock tramite la morte di di Marion sconvolse le "regole" della suspance, Preminger tramite la resurrezione sconvolge le carte in tavola del film.
Tutti gli uomini del film sono attratti da Laura che sembra avere un'attrazione quasi stregonesca, non è un caso che il detective Mark inizierà ad innamorarsi di lei guardando il suo ritratto dove ha un abito scuro.
Il desiderio maschile è un concetto cardine del film, il personaggio di Waldo di fatto vuole proprio possedere Laura e fa di tutto per rompere ogni relazione della donna.
Shelby invece ha trovato lavoro proprio grazie a Laura(donna di successo in parte merito di Waldo), ma è un uomo che ci prova un po' con tutte e piuttosto egoista.
Di fatto gli uomini del film non sono mai personaggi del tutto "positivi" anche lo stesso detective sembra aver avuto brutti trascorsi con le donne e da come parla non sembra troppo rispettarle, qui forse sarà proprio Laura a fargli avere una svolta.
Perciò è anche un film di critica verso un certo maschilismo dove si ribalta anche alcune figure del genere spesso viste come "eroi".
Anche la figura della femme fatale, qui Laura non compie azioni tramite pistole o impartendo ordini ma è il suo fascino semmai a far impazzire gli uomini coinvolti nella vicenda.
Stessa cosa, come prima accennato, per le dinamiche quasi da giallo, i personaggi sono tutti sospettati, anche dopo il colpo di scena il gioco di aspettative e sospetti sarà sempre presente.
Film gigante, capolavoro di Preminger.