La presenza umana nello Spazio porta a conseguenze fisiche e psicologiche irreversibili?

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Di un certo Peter Harness, sceneggiatore inglese, sentiremo parlare a lungo perché chi ha stoffa, prima o poi, riesce ad emergere e la sua creazione “Constellation” è destinata ad essere una delle migliori serie tv fantascientifiche mai concepite e prodotte.

 

Basandosi su un cast decisamente di alto livello, dalla protagonista la svedese Noomi Rapace (una delle mie attrici preferite) a Jonathan Banks (chi ha visto la serie “Breaking Bad” dovrebbe ricordarselo), da James D'Arcy ("Cloud Atlas", “Jupiter, il destino dell'Universo”, “Dunkirk”, “L'uomo di neve” fino ad “Oppenheimer”) alla veterana Barbara Sukowa per giungere alla piccola Rosie Coleman (dodicenne all'epoca delle riprese), Herness si avvale del lavoro di tre registi per la direzione degli otto episodi: Michelle MacLaren, Oliver Hirschbiegel e Joseph Cedar, tutti esperti nel settore seriale.

 

Lo schema narrativo è sempre lo stesso: dove termina la puntata precedente inizia quella successiva e gli episodi durano mediamente 55 minuti.

 

La serie ha un grande merito, quello di mantenere altissimo il livello di mistero dall'inizio alla fine non annoiando mai lo spettatore.

Si tratta di una storia che si svolge ai giorni nostri e che ha come protagonista principale l'astronauta svedese Johanna Ericsson (da tutti chiamata semplicemente Jo) che è uno dei membri dell'equipaggio della celebre stazione spaziale internazionale ISS in orbita permanente intorno alla Terra.

L'equipaggio si occupa di svariate cose tra cui effettuare degli esperimenti in assenza di gravità e Jo, approfittando del collegamento quotidiano con la sua famiglia (il marito Magnus interpretato da D'Arcy e la figlia Alice interpretata dalla Coleman), mostra alla figlia le attività che si stanno svolgendo in quel momento tra cui una in particolare svolta dal Comandante Paul Lancaster (interpretato da William Catlet).

Alice è affascinata dall'ambiente in cui, da mesi, vive la madre e sebbene sia orgogliosa di lei, desidera tanto che la mamma ritorni a casa e, ovviamente, questo sentimento è condiviso da Jo.

Nonostante la ISS orbiti a 400 Km di altitudine, madre e figlia sembrano più vicine che mai e sebbene ci sia ancora da attendere due mesi e mezzo per il ritorno a casa, il solo vedersi tramite contatto remoto rende serene e felici entrambe.

 

All'improvviso però qualcosa sta accadendo, scatta l'allarme collisione all'interno della ISS e la depressurizzazione determina un gravissimo incidente al Comandante Paul.

Nel caos generale scoppia un incendio che, fortunatamente, viene domato ma Paul è davvero in gravissime condizioni e rischia di morire dissanguato.

Nel frattempo, ripristinatasi la pressione all'interno della stazione, occorre andare a verificare i danni e quindi se da una parte il resto dell'equipaggio decide di operare Paul stabilendo che l'unica possibilità di salvezza è amputargli il braccio, Jo (nel frattempo diventata Comandante al posto di Paul) deve necessariamente uscire fuori e capire cosa sia accaduto…

Ci sono vari cavi tranciati da cui ovviamente fuoriesce ossigeno ma ci sono ancora altre parti della stazione che devono essere esaminate…

…e infatti Jo riesce a scoprire il punto dove è avvenuto l'impatto con un corpo estraneo che però non riesce ancora ad individuare.

Dato che l'ossigeno sta calando di ora in ora, Jo informa l'ESA (Ente Spaziale Europeo) che la ISS è ormai andata e che è opportuno abbandonare la stazione altrimenti moriranno tutti.

Nel frattempo però l'operazione fatta a Paul non è servita a salvarlo e quindi l'equipaggio rimane in 4 ma delle due capsule di salvataggio di fabbricazione russa, solo una è efficiente mentre l'altra ha subito danni nell'impatto e ogni capsula può trasportare fino a 3 astronauti…

Visto che Jo è il Comandante, tocca a lei rimanere e sebbene gli altri membri non sono d'accordo, alla fine sono costretti ad obbedire agli ordini e quindi si sganciano dalla ISS ed iniziano la procedura di rientro.

Rimasta sola insieme al cadavere di Paul, Jo sembra essere condannata a morte certa ma l'ESA la informa che se sostituisce le batterie della capsula con quelle che si trovano in un particolare modulo della stazione, la capsula dovrebbe funzionare permettendole di abbandonare la ISS.

Il problema è che mancano meno di 15 ore al termine dell'ossigeno nella stazione e Jo ha calcolato che per prendere una batteria, portarla nella capsula e collegarla impiegherà circa due ore e le batterie da collegare sono sei, ce la farà?

Jo è in preda allo sconforto e nonostante inizi a sostituire le prime due batterie, il sempre meno ossigeno disponibile la rende debole e i ricordi si mischiano alla realtà…

Inoltre quando la stazione non è illuminata dal Sole, non c'è energia elettrica e quindi niente calore, niente comunicazioni e niente ossigeno: deve necessariamente fermarsi ma, nel frattempo, il tempo passa…

 

Questo è solo l'incipit di una storia complessa, straordinariamente affascinante, con ampie ripercussioni filosofiche e scientifiche.

Nonostante abbia sempre considerato “Dark” una grande serie fantascientifica, “Constellation” si eleva di una spanna sopra ad essa e ritengo la sua visione un piacere irrinunciabile.

 

Dedicategli qualche serata e non ve ne pentirete.

 

Il voto finale è 9,5 solo perché hanno previsto una seconda stagione altrimenti le stelle sarebbero state tutte accese.

di Rael70