Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Booger

(Film, 2023)

Horror metaforico sull'elaborazione del lutto, Anna perde la sua migliore amica Izzy e progressivamente inizierà la sua, di Anna, chiusura in se stessa dove il suo corpo, il suo atteggiamento inizierà a cambiare andando ad assomigliare a quelle di un gatto.

Film d'esordio per Mary Dauterman che riesce ben ad infondere il senso di chiusura della protagonista. La scena dove tramite il movimenti di macchina ci si allontana da Anna inquadrata tramite la serratura della porta o anche le scene dove la protagonista si addentra in stanze buie fa comprendere il suo stato, la chiusura in se stessa e questo viaggio verso l'oscurità.
Fortemente presente è la sensazione di solitudine quando ad esempio Anna è inquadrata nella sua camera e in generale quando allontana tutti.
Questo perchè il film rappresenta come un lutto, un momento difficile, sia chiaramente difficile da gestire ma anche come tutti i personaggi intorno, pur volendo aiutare, si aspettano qualcosa di preciso mentre forse non c'è una via prestabilita per elaborare, superare tale momento e difficoltà.
Dunque Anna che litiga con il ragazzo Max, si assenta dal lavoro, non riesce ad avere una vera conservazione con la madre di Izzy, Joyce. Anche se le intenzioni sono sincere come quelle di Max e Joyce, i personaggi vorrebbero coinvolgerla, si aspettano che parli al funerale, Max per sdrammatizzare vuole farle cantare la canzone preferita di Izzy, vuole condividere dei momenti ma Anna è assente a dimostrazione di come la sua elaborazione del lutto sia diversa da quello che si aspettano gli altri, ha difficoltà, si sta chiudendo in se e deve superare il momento.

Dunque gli incubi, i momenti onirici, il corpo di Anna prende alcune fattezze e si atteggia da gatto questo perchè Booger, il gatto che praticamente condivideva con Izzy, a cui Anna è molto affezionata rappresenta appunto il passato. Booger in realtà non c'è più da due anni ma Anna ancora lo cerca, non riesce a superare il momento quindi è ancorata al passato ecco che dunque il suo corpo ha colati di vomito continui, come se dovesse rigettare tutto.
Max e Joyce vorrebbero aiutarla ma Anna non riesce ad andare avanti, li allontana e la sua spirale oscura sembra senza fine.
Emblematica la sequenza finale dove dopo l'incubo si sveglia dentro una gabbia per animali, dove c'è un gatto nero che dovrebbe essere Booger, quindi Anna è imprigionata, è chiusa, quando scappa dalla gabbia e torna a casa con Booger questo viene inquadrato tra le ruote della bicicletta quando ancora un'inquadratura che richiama la prigionia, l'elemento di uscita, di apertura è la finestra ed infatti il gatto che se ne va dalla finestra rappresenta l'uscita, l'apertura, finalmente Anna torna in se e la scena della doccia dove canta la canzona preferita di Izzy a casa  di Max segna che il tormento è superato, tanto che la protagonista si riavvicinerà anche a Joyce.
Nel film non mancano momenti comedy e ironici, Mary Dauterman compie un bel lavoro nei momenti onirici che funzionano bene, la messa in scena di questi è buona ed è notevole la scena dove Anna e Booger si sovrappongono con luci verde e rosse a creare atmosfera e un'inquadratura suggestiva.

E' un horror metaforico quindi la componente horror non è troppo presente, è un po' un peccato, il film tendenzialmente è un body-horror drammatico e sull'elemento body-horror si poteva insistere di più e mostrare qualcosa in più a livello di mutazione del corpo, specie nei momenti onirici.

Comunque il film porta a compimento la sua narrazione, è chiaro negli intenti, magari sì le scene del vomito e il corpo di Anna che rigetta tutto è un po' reiterata, i momenti onirici invece funzionano, sono anche atmosferici e suggestivi ed anche il come Anna si chiude in se, i rapporti con Max e Joyce è sono ben gestiti.

Vedremo cosa Mary Dauterman ci riserverà in futuro, se continuerà con l'horror e se sì, spero insista di più su tale componente anche perchè del potenziale sembra esserci, comunque film d'esordio che consiglio, specialmente a chi piace gli horror dove c'è una forte componente metaforica.