Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Born of Fire

(Film, 1987)

Born on Fire è un horror che trova il suo interesse nell'immaginario visivo creato dal regista Jamil Dehlavi che costruisce il film basandosi sulla religione islamica quindi la presenza dei Djinn, le citazioni dei passi del Corano su Iblis, cioè quello che è il diavolo per le religioni ebraico-cristiane,

Il film crea immagini fascinose e suggestive, le visioni del musicista Paul, i sotterranei della moschea tra le fiamme dove risiede il maestro flautista, il villain del film e molti altri momenti con inquadrature ben costruite che creano dunque atmosfera.
Gli esterni della raffigurazione del villaggio turco funzionano e sono bellissime le scene quando l'esterno della moschea, del rifugio del musicista Paul e della donna che lo segue sono immerse nel bianco con queste pozze d'acqua circolari a creare immagini pittoriche.
La narrazione è nebulosa nel senso che Paul è un musicista classico che inizia a sentire ed essere attratto da una strana melodia così come la donna, nel film non ha nome, belli i campi e controcampi di quest'ultima ad inizio film proprio con il maestro flautista come mostra attrazione e di fatto il film procede su questa scia.
I due personaggi si addentrano nel villaggio turco e specialmente la donna compie azioni perchè attratta, sono entrambi fascinati da quest'aura che pervade il film, Paul scopre che suo padre, anche questo musicista, ha incontrato ed è stato vittima del maestro musicista, lui ha il compito, seguito dalla guida Bilal di sconfiggerlo.

E' vero che la narrazione non ha molto raccordo, sembra quasi che manchino delle scene che raggruppino, uniscano i vari eventi, dunque il film non risulta sempre coeso creando quest'atmosfera nebbiosa che comunque ben si addice al contesto del film.
Le azioni dei personaggi e  l'incedere della storia proseguono per immagini, con la figura del mastro flautista che crea attrazione portando disordine mentale nella coppia e dunque nello spettatore.
Sì, come scritto alcune scene sembrano non avere un forte nesso logico, il parto della ragazza non sembra comportare a nulla e come scritto da un momento all'altro i personaggi cambiano di posizione e luogo, allo spettatore accettare ciò, immergendosi in un'esperienza sicuramente più visiva che narrata ma che sa affascinare e si lascia seguire.