Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Daddy's Head

(Film, 2024)

Horror sull'elaborazione del lutto e del dolore dove il regista Benjamin Barfoot si rifà a Babadook e come in molti hanno già detto anche, per alcuni aspetti, a Under the Skin.
Messa in scena e fotografia sono molto curate, c'è un bel lavoro sugli scenari dunque sugli interni della casa con le pareti in vetro che dunque mostrano sempre l'esterno dando perciò anche la sensazione di osservazione da fuori.
Buono anche il lavoro svolto in esterno, in particolare si nota un'insistenza nell'inquadrare gli alberi che componendo la foresta avvolgono totalmente la casa che perciò isola i due personaggi principali, Laura e Isaac.

Anche il suono del vento ha la sua rilevanza ed è da notare come nonostante il sibilo, gli alberi, i rami, rimango per lo più fissi, immobili, c'è dunque la sensazione che qualcosa sia sempre in avvicinamento ma in modo non naturale.
Dunque la casa con le pareti in vetro, i riflessi, le vedute indicano un'altra realtà.

Barfoot svolge un buon lavoro nell'isolare in scena sia Laura che Isaac, i due sono dominati dall'inquadratura dunque le immagini mostrano il loro spaesamento e condizioni difficili.
I personaggi non riescono a trovare conforto reciproco, entrambi sono in sofferenza, Isaac ha perso il padre, non si fida di Laura e ha visioni, sente voci, pensa che il padre sia ancora vivo e vuole trovarlo.
Laura non è la madre biologica di Isaac, affonda il suo dispiacere nell'alcol mentre la dottoressa Alice fa anche pressione per farle tenere Isaac mentre Laura è riluttante a ciò, voleva stare con James(padre di Isaac) ma non riesce a gestire l'attuale situazione e tanto meno il piccolo Isaac, da notare anche la telefonata alla madre dove quest'ultima le dice di mollare tutto e andarsene.

Laura e Isaac si ritroveranno imprigionati tra le pareti di cristallo e la foresta e entrambi distanti dunque soli ed entrambi inizieranno a sentire, avere visioni di James seppur non con fattezze totalmente umane.
La cura per il comparto estetico si nota anche per il vestito che Laura indossa nel funerale di James, un abito viola che però mostra le spalle e con un tessuto sul trasperante che fa intravedere le gambe, quindi non prioprio un abito formale da lutto, questo perchè, probabilmente, Laura vuola attirare le attenzioni dell'amico Robert che andrà spesso a trovarla.
La regia di Barfoot inizialmente costruisce il tutto con buone inquadrature creando atmosfera, ci sono buoni movimenti di macchina che tramite i meccanismi di genere generano tensione.

Il film ricorre spesso ai jump scares, se si fossero evitati la qualità sarebbe stata maggiore, alcuni sono comunque costruiti mentre altri un po' più banali e con una resa visiva quando si va a mostrare l'orrore non sempre efficace.
In generale comunque non è un film che opta per i jump scares di continuo, tramite i meccanismi horror e i movimenti di macchina si cerca anche, alcune volte, di creare l'attesa dell'arrivo del jump scares per poi disattenderla e mostrarlo successivamente.
Barfoot non mostra mai direttamente gli attacchi della creatura, le uccisioni che effettua quest'ultima, questo scelta conferisce da un lato mistero ma se contestualizzata al finale, allo scontro si può notare un po' una non sempre riuscita resa visiva quando l'orrore deve essere mostrato.
Infatti anche le sequenze di tensione potevano essere più prolungate, sembra che si cambi scena sempre con un po' di anticipo, questo meccanismo è anche voluto ma non sempre ha il suo effetto. Comunque come scritto, specialmente nel primo terzo del film, non sempre ci culmina nel jump scare e tramite i movimenti di macchina si innescano i tipici meccanismi di tensione.
Lo scontro finale ha una buona preparazione, c'è una scena che mostra Laura in primo piano a fuoco con il resto dell'inquadratura, dunque, fuori fuoco mentre si sente la voce del James-creatura, però lo scontro poteva risultare un po' più intenso anche se comunque si prova ad arrivare ad una sequenza un con po' di sangue, non ce ne è molto.

E' un film dunque che vuole mescolare gli horror dove c'è il dramma, sicuramente Babadook è un grande riferimento, ma si guarda anche agli horror più mainstream con meccanismi e jump scares.
Buona la cura della confezione, le atmosfere create, le inquadrature, ci potevano invece meno jump scare e più attenzione nel mostrare l'orrore.
Barfoot è al suo secondo film sembra comunque avere una certa mano, ha occhio per le inquadrature questo sì, vedremo cosa farà in futuro.