Slasher giapponese realizzato alla fine degli anni ‘80 molto cruento e ben diretto Toshiharu Ikeda che mette in scena un horror dove i negativi del nastro, i flash, i monitor raffigurano un’altra possibile versione del se, un'altra anima dove dunque i corpi fisici delle persone rappresentano degli involucri, così ciò che si guarda alla tv è un'altra espressione dell'individuo stesso.

Film che dunque anticipa molto i tempi, specialmente rapportato al mondo dei social oggi, Ikeda mostra la fascinazione per la star, per la conduttrice televisiva di un programma horror e l'insistenza delle inquadrature sui monitor della ragazza, Nami rappresenta le due anime possibili, la lei reale è quella che appare sullo schermo.
Tutto questo discorso è centrato in quanto il villain, Hideki vive dentro il corpo del fratello.

Oltre alle interessanti chiavi di lettura, il film funziona come slasher e come horror in se, le uccisioni sono diversificate e creative, travi che trapassano corpi, impiccagioni, teste mozzate, c'è molto sangue e molta violenza che aumentano la portata  e l'impatto del film.

Molto buona la messa in scena cos' come la fotografia, l'ex base militare avvolta dai tetri blu creano atmosfera, quest'ultima risulta essere cupa e angosciante.

C'è buon gusto per la costruzione delle inquadrature, ottimi ad esempi i fumi di scarico che alimentano l'atmosfera e Ikeda ha diversi guizzi e trovate notevoli ad esempio  le soggettive di Hideki(tramite il corpo del fratello) inquadrate come fossero dei negativi di un nastro e la meravigliosa scena dei monitor con l'amica di Nami impressa nelle televisioni a chiedere aiuto.
Anche la gestione dei tempi è notevole, la regia sa quando accelerare e quando dare respiro. A proposito è ottima la sequenza, senza stacchi di montaggio, quando Nami entra in macchina, beve una lattina di (presumo) birra, si mette a posto i capelli e successivamente esce dall'auto, il film qui sembra darsi la carica, prende respiro con questo momento volte a calmare sia l'enfasi che la protagonista per avvinarsi alla catarsi e sfoggiare tutta la sua energia.
Il climax del finale è altamente in crescendo, il confronto tra Nami e il fratello di Hideki e Hideki stessa(i due vivono nello stesso corpo), tra fiamme, risvolti psicologici e scontri brutali.
Nel finale si cita anche Cronenberg, Hideki che esce fuori dal corpo è impattante così come l'ultima scena tra Nami ed Hideki sempre altamente cronenbergiana.

Ottimo slasher che funziona come horror, come atmosfere e violenza mostrata ed anche per ciò che racconta ed il discorso sul doppio, dunque sui monitor con una fascinazione per i negativi che rende il tutto atmosferico e angosciante.