Film meraviglioso diretto dal grande Melville che riesce a raccontare la solitudine e meticolosità del killer Jef rifacendosi alla ritualità dei samurai.
Già dalla prima inquadratura lo spettatore può comprendere tutto, Jef è disteso sul letto mentre fuma una sigaretta in una scena dove è l'ambiente della stanza a fare da padrone con neri e grigi marcati e la sensazione di freddo che proviene dalle finestre; già da subito si comprende come il protagonista sia solo e che vive in abitudinario la sua professione.
I grigi e neri sono quasi onnipresenti nel film che danno al film un tono funereo e allo stesso tempo glaciale proprio come è il killer. La fotografia anche tramite le ombre sul volto del protagonista e il saper giostrare le tonalità di grigio ma anche i colori muffa, riconducibili alla casa di jef, riesce sempre a dare la giusta atmosfera.
La messa in scena è dunque ottima, tutte le ambientazioni regalano quadri e atmosfere di altissimo livello,  basta pensare all'avanzata di Jef nei bagni del club con quei muri grigio a scacchi con le ombre sullo sfondo, ma anche allo stesso allo club con quei neri e pareti riflettenti, la stazione di polizia ma anche la stessa casa di Jef è molto interessante perchè ha contorni di sporco, notiamo le padelle appese piuttosto usurate dunque si va anche in contrasto con diversi film dove il killer vive in case ampie e lussuose.
Emblematico il fatto che Jef abbia un uccellino, quindi ingabbiato, in caso che di fatto rappresenta se stesso, il protagonista è imprigionato in questa vita, nella sua professione e anche durante le vicende del film è incalzato da più parti, polizia e il clan a cui risponde.
Non mancano i giochi di specchi, al club dove commette il primo omicidio o anche quando entra in casa di Jane che di fatto rappresenta una sorta di dualità interiore.
Perchè se è vero che Jef è glaciale e magnetico sia per lo sguardo, che nelle sue azioni, però gli si presentano delle vie d'uscita, o meglio; il personaggio di Jane potrebbe rappresentare una vita di coppia alternativa. Ottima la scena dove i due, Jef e Jane, dialogano e Jane ha dietro uno sfondo con toni caldi, calore rappresentato anche dai suoi capelli che emanano luce, mentre Jef ha uno sfondo freddo.
Melville perciò non tracce quasi scappatoie o momenti di felicità del protagonista, gli incroci con le donne sono sempre brevi e di fatto l'unica via d'uscita sembra essere proprio la morte, riprendendo dall'harakiri dei samurai.
Film stupendo sotto tutti gli aspetti, sia come film di killer in se, i colpi di pistola a freddo con un montaggio perfetto, la ritualità dei guanti bianchi ma anche solo tutta la costruzione dell'alibi iniziale; come scritto funziona anche per la narrazione, messa in scena e chiaramente regia.
Una perla.