Horrorino sulla presa di coscienza di se, che esplora il maschilismo tossico all'interno del mondo della ristorazione dove quindi la chef protagonista deve farsi strada, è in costante preda all'angoscia, alla pressione per realizzarsi e diventare davvero una capo-chef.
E' un film con una messa in scena che non è neanche male ma che latita proprio sul lato horror.
Non c'è chissà quale tensione o atmosfera perchè anche a livello immaginifico manca una certa verve.
Sì, c'è il concetto di rivalutare la posizione della strega, sempre in ottica di sovvertire il punto di vista maschilista ma è l'elemento horror ad essere un po' troppo ridotto all'osso.
Anche se non è un film da jump scare ce ne sono alcuni, i soliti due-tre, inseriti un po' a forza dunque evitabili e in generale anche nelle sequenze da incubo si nota che la coppia alla regia, Bridget Savage Cole, Danielle Krudy, sul versante horror hanno poco da mostrare.
Probabilmente ciò si lega al contesto del film cioè che la strega non deve essere una vera figura orrorifica però resta il fatto che il film risulta venire un po' troppo meno all'elemento e alla forza suggestiva che dovrebbe avere.
Anche il finale dunque non risulta ben definito per tutti i personaggi, che non hanno un vero e proprio esito compiuto come ad esempio Alvin, il tuttofare dell'ex casa della strega, ora ristorante.
Sì, ok il non sbarellare nella messa in scena e dirigere un film "pulito" ma che risulta troppo scarno si horror e di suggestioni.
