Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Love Lies Bleeding

(Film, 2024)

Rose Glass dirige un film pulp con venature, termine non casuale, fantasy, da subito viene inquadrato il fosso che evoca il passato scuro di Lou e luogo dove il padre nasconde i suoi crimini, con un movimento di macchina si va dapprima nella profondità del fossato che poi confluire nel cielo stellato giocando dunque tra basso e alto, discesa e ascesa, non a caso dal cielo viene mostrata una stella cadente che simboleggia l'inizio della storia ma anche i sogni i desideri di Lou e Jackie.
Tramite un montaggio alternato viene mostrata la solitudine di entrambe le protagoniste fino al loro incontro.
Lou è una ragazza lesbo che gestisce una palestra, odia il padre che opera nel traffco illegale di armi, la madre è scomparsa e l'unico motivo per cui non se ne va dalla città natale è perchè vuole cercare di proteggere la sorella Bet. Anche Jackie ha un passato familiare traumatico, è stata adottata e sogna di diventare una bodybuilder, sogno non sostenuto dalla famiglia.
Il film è dunque un racconto di periferia, l'alchimia tra Lou e Jackie funziona e Rose Glass non tratteggia i suoi personaggi come positivi.
Bella la dinamica dove Jackie chiede a Lou di andarsene insieme, del motivo per cui Lou non si è mai mossa dalla sua città e la scena seguente mostra le due ragazze sono a pranzo insieme a Beth e al ragazzo di quest'ultima, J.J.
La regia fa comprendere che il motivo per cui Lou non si muove è Bet, il volerla proteggere da J.J. che la malmena, infatti Beth è sempre inquadrata con lividi e ferite, il tutto poi sarà anche esplicitato sia a gesti che a parole.
L'amore tra Lou e Jackie è sincero, il film mostra la loro intimità però la situazione familiare di Lou degenererà andando a coinvolgere le due ragazze e nonostante l'affetto reciproco delle protagoniste, la narrazione mostra gli sbagli, Lou comunque invita Jackie a prendere gli steroidi per cercare di farle vincere la gara da bodybuilder e successivamente compirà atti controversi e la stessa Jackie si macchierà di crimini.
La sequenza del concorso della gara da bodybuilder è ben fatta, giochi di messa a fuoco, le luci che iniziano a muoversi, viene tolta la profondità di campo il tuto per alterare sensorialmente la dinamica e Rose Glass si nota che viene dal genere, non ha remore nel mostrare tocchi e momenti surreali come già aveva fatto per Saint Maud.
La messa in scena è buona, ci sono singole inquadrature quasi da horror cosmico, si inquadra molto il cielo scuro in notturna e c'è un forte utilizzo del colore rosso che appare anche in piccoli dettagli di scena in scena.
Il rosso chiaramente evoca il sangue, non mancano inquadrature dirette totalmente avvolte dal colore rosso ma anche momenti di violenza quasi da horror.
Il film inizia di notte così come il viaggio di Jackie, i momenti in auto, di movimento, sono in notturna dunque avvolti dall'oscurità così come è la storia delle due ragazze, emblematico il ritorno da Las Vegas, dove si tiene la gara per i bodybuilder, dove l'orizzonte è totalmente nero. Nel finale il viaggio in macchina sarà invece all'alba a segnare il nuovo inizio.
Il gioco di prospettiva tra alto e basso sopra-accennata è molto presente nel film, le inquadrature dall'alto simboleggiano anche i diversi richiami al destino del film e le inquadrature dal basso, specialmente su Jackie sono indizi su ciò che avverrà, apprezzabile il mostrare il cartone animato di Gulliver in televisione che è sì un fortissimo segnale per ciò che accadrà.
Infatti si può leggere il film anche come una sorte di nascita di anti-eroine, forse alcuni storceranno il naso, ma personalmente apprezzo quando si osa anche in questi termini.
Sì, è un film che vuole raccontare molto, il rapporto tra Lou e Jackie, la dinamica familiare di Lou con la sorella e il padre, il sogno infranto di Jacke e non tutto è centrato in pieno, anche in Saint Maud ad esempio alcuni rimandi al passato della protagonista erano un po' veloci, così come alcuni momenti potevano essere meglio gestiti, ad esempio c'è una reazione del padre di Lou un po' troppo macchiettista.
Però, il core del film è azzeccato, la regia è buona così come la narrazione tra Lou e Jackie che sono il fulcro del film, la scena finale da sprazzi da black comedy a suggellare proprio la nascita delle due anti-eroine, entrambe di fatto compiono il reciproco arco narrativo dove, durante la narrazione le loro azioni e reazioni anche quando estreme o controverse sono sempre motivate.
Rose Glass si conferma una regista interessante, che ama il genere dove inserisce i suoi tocchi surreali.
Buon film.