Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

MadS

(Film, 2024)

David Moreau è uno dei due registi, insieme a  Xavier Palud, ad aver diretto il bel Them nel 2006, il regista nel corso degli anni è andato un po' a perdersi, con Mads torna un po' alle sue origini dirigendo un horror che punta sulla tensione e che tramite la camera a mano da dinamicità e reazioni distorte per i personaggi visto quando accade.
Il film è interamente girato in piano-sequenza, non ci sono stacchi di montaggio, è tutto ambientato durante una folle notte “apocalittica” in quanto c'è un virus che contagia le persone che, come dice il titolo del film, impazziscono.

Il piano-sequenza si concentra nel punto di vista, in successione, di tre personaggi, Romain, Anais e Julia mostrando le loro azioni e reazioni, non concentrandosi dunque sul mondo circostante, non si ricercano i perchè di questo virus, come sia iniziato o altro, tale scelta aumenta la tensione e il mistero.
L'ampio utilizzo della camera a mano dunque ben si addice alla follia che progressivamente pervade i personaggi e il film.

A differenza di Them, che lavorava per sottrazioni cioè non mostrando molto, in Mads il sangue, la violenza è ben mostrata e in evidenza.
Nel totale del piano-sequenza, ci sono sequenze ben azzeccate come quando Romain ascolta Anais e Julia parlare con quest'ultima che rivela di essere incinta, la scena ha la giusta tensione così come l'ottima sequenza dell'ascensore con Julia intrappolata durante l'assedio del palazzo, con una fotografia molto curata che opta per un taglio di luce rossa; molto buono il momento dove Julia si abbassa per ascoltare la squadra di assalto che uccide le persone contagiate.

Ben gestite e dirette sono anche le sequenze rispettivamente del bar dove Anais va a rifugiarsi con sempre la squadra d'assalto che irrompe e la sequenza del motorino con Julia e Anais insieme.

Tutte queste sequenza hanno tensione e alcune puntano anche sul creare atmosfere claustrofobiche che il regista sa ben gestire, come del resto ben figurava anche in Them.
Essendo tutto in piano-sequenza e con una camera a mano molto presente il film ha ritmo e risulta dinamico, come scritto ci sono buone sequenze di tensione, dove i personaggi si rinchiudono e si rallentano i tempi, capita a tratti che la dinamicità del film un po' prende il sopravvento, alcune volte, nelle dinamiche di tensione che richiedono tempi più lenti.
La scelta del piano-sequenza alimenta la follia che pervade il film che aumenta progressivamente nella notte, quindi i personaggi che iniziano drogandosi, partecipando alle feste, tutto si addice allo stile, alla camera a mano anche frenetica che fa risultare lo stato “schizzato” e alterato dei personaggi. 
La scelta invece di mostrare in successione, il punto di vista di personaggi diversi un po' può sembrare una soluzione per allungare il film o comunque se da un lato si gioca sullo spiazzare lo spettatore con gli esiti che hanno i personaggi, alcuni personaggi che risultano ben centrati e d'effetto, su tutti Anais che funziona benissimo forse avrebbe potuto avere più minutaggio.

Come forse si è già intuito, il film punta anche sul concetto di “chiusura”, sulle atmosfere claustrofobiche, molto spesso i personaggi sono inquadrati in spazi chiusi e l'inquadratura, molto bella, finale è emblematica con Julia a terra davanti alla finestra dove si intravede il mondo nello scenario post-apocalittico chiusa dentro la stanza del palazzo.

Fa comunque piacere vedere un regista come Moreau, che ha partecipato alla bellissima era della New French Extremity tornare a girare un film in , circa, quello stile, perchè si nota che la tensione la sa creare e quando mostra sangue e violenza lo fa con effetti artigianali.