Gli scenari alla Overlook Hotel, quindi alla di Kubrick, mostrano una realtà distorta e da incubo per la protagonista Elizabeth Sparkle, lo star system e Hollywood sono dominati dalla mentalità maschilista, con l'avanzare dell'età le donne passano del dimenticatoio e vengono sostituite e stessa cosa capita a Elizabeth.
Il tempo è vitale per la protagonista, il film inizia nel giorno del suo compleanno, l'età che avanza, ma il tempo assume anche una concezione di attesa che divora Elizabeth in quanto dopo l'utilizzo della sostanza deve attendere una settimana per poter assumere le sembianze dell'altra se più giovane, Sue.
Dunque l'ossessione per la bellezza, per l'acclamazione, Elizabeth vive in pieno il modello dello star system gestito dagli uomini mostrati per lo più in modo grottesco, quasi sempre inquadrati col grandangolo a distorcerne, dilatarne dunque le fisionomie puntando sulla satira e momenti caricaturali.
Gli obiettivi delle macchine da presa dello studio televisivo dove lavora Elizabeth/Sue punta ad ottenere perennemente inquadrature sexy, la regista Fargeat tramite protesi accentua le forme di Sue mostrate in primo piano e tramite montaggio e colonna sonora ottiene l'effetto dell'alterazione sensoriale, gli uomini stravedono per Sue mentre ormai reputano Elizabeth superata.

Elizabeth inizierà a sentirsi sempre più inadeguata, interessanti i cambi di fotografia in quanto quando viene mostrata Elizabeth i toni solo cupi e scuri con molte inquadrature di spalle mentre quando la protagonista utilizza il corpo di Sue i colori sono più pop e accesi.
Dunque la tematica del doppio, molte inquadrature richiamano il concetto di divisione proprio perchè nonostante in realtà la coscienza è sempre quella di Elizabeth, progressivamente la protagonista quasi scinderà le due personalità che entreranno in conflitto tra di loro.

Le citazioni a Shining a Psycho ma anche a Re-animator e Society non sono casuali ne sono soltanto omaggi.
Come scritto gli scenari stile Overlook e il grandangolo servono ad imprigionare Elizabeth in una situazione distorta ed inquietante con momenti grotteschi mentre come in Psycho di Hitchcock anche in The Substance è centrale la dinamica del doppio, in Re-Animator si puntava alla resurrezione/immortalità e controllo mentre nel film di Fargeat l'essenza è quella della giovinezza, della bellezza perenne perchè la società, Hollywood richiede questo per non essere superati, dunque in Society di Yuzna l'altra borghesia controllava tutto, in The Substance è Hollywood, lo show business ad impartire regole che soffocano le donne e le sostituiscono come nulla fosse.

Elizabeth attraversa spesso lunghi corridoi che tramite il grandangolo sembrano infiniti, tutto è distorto, tutto è in incubo, lei si odia e non accetta più il suo corpo.

L'interpretazione di Demi Moore è magistrale, la sequenza dove l'ormai ex attrice(nel film Elizabeth era un'attrice di successo) vorrebbe uscire per passare una serata ma ogni volta che guarda il corpo di Sue e il suo ritratto non riesce ad accettare se stessa finendo nell'oblio è gestita benissimo e mostra la grande bravura dell'attrice.

La messa in scena è ottima, i cambi di fotografia, il grandangolo, i movimenti di macchina, quando si passa al montaggio più serrato tutto ha il suo senso e scopo, la tecnica di Fargeat è elevata.
Il film va anche nel body horror, il finale è grandioso, il bagno di sangue, l'ossessione per la bellezza e il successo perenne che crea una totale distorsione con la già citata citazione, non fine a se stessa, a Society di Yuzna.
Molto interessante la soggettiva tramite macchina a mano di Elizabeth quando, dopo aver utilizzato la sostanza, si specchia e vede Sue ma con un''inquadratura inclinata che richiama una senso di pericolo, medesima soggettiva avviene nel terzo atto con un risultato mostruoso e registicamente ben eseguito.

L'idea di incentrare il tutto quasi interamente tra l'appartamento di Elizabeth e lo studio televisivo è funzionale per la questione dell'oblio e della prigionia mentale, i dettagli di Elizabeth che si copre, alza  il cappotto quando esce per non farsi riconoscere, per non mostrarsi perchè si vergogna di se stessa sono ottimi e denotano la psiche del personaggio.
Un film che tramite l'ottima gestione di Fargeat colpisce in più punti, la satira e il grottesco per il maschilismo dello show business, l'ossessione e l'oblio di Elizabeth, il pop sgargiante a l'alterazione sensoriale che provoca Sue e ovviamente anche il body horror.

Grandioso, tra gli horror migliori dell'anno, probabilmente già del decennio e senza dubbio tra i film migliori dell'anno.

Lo riguarderò diverse volte e magari in seguito a nuove visioni aggiungerò a questa recensione altri temi ed elementi che riscontrerò perchè il film è d'impatto da subito chiaramente per come è girato, nel body horror e nel messaggio che manda, cinematograficamente ha al suo interno molti concetti per i quali con più visioni si potrà comprendere ancora maggiormente il grande lavoro eseguito da Fargeat.