Horror italiano diretto da Federico Zampaglione che si rifà molto agli horror italiani anni ‘70 prendendo da Argento, Avati, Bava mischiando l’ambientazione gotica a momenti di violenza spinta e cruda.

La messa in scena del film non risulta sciatta, nonostante il basso budget e Zampaglione sa tirare fuori buoni movimenti di macchina , alcune idee registiche e una buona gestione degli effetti artigianali e dello splatter.
I difetti maggiori sono invece sul lato della scrittura e della recitazione, su quest'ultimo aspetto lascio in parte il beneficio del dubbio in quanto ho visto il film doppiato.
L'inizio del film con la protagonista Lisa dentro il pullman diretto per Sambuci ricorda molto l'incipit di diversi horror anni ‘70 e volendo anche Suspiria così come l'incipit del film dove Lisa, dagli Stati Uniti, è chiamata per restaurare un quadro ridotto in pessime condizioni causa incendio presso il castello della duchessa Emma Malvisi ricorda molto La Casa dalle Finestre che Ridono di Pupi Avati ma anche Il Medaglione Insanguinato di Dallamano.
Lisa che guarda fuori dal finestrino con il riflesso del suo volto è un monito per il finale del film, il riflesso richiama il doppio, le due anime e dunque l'arco narrativo che vedrà Lisa protagonista.
La narrazione del film è divisa, perlopiù, in due blocchi, Lisa che restaura il quadro dentro il castello con la presenza della duchessa Emma e la figlia Giulia e il team di biologi che Lisa conosce ne pullman, che saranno prigionieri nel sotterraneo del castello vittime di violenze feroci.

Sulla scrittura, il team di biologici non ha praticamente caratterizzazione dunque per lo spettatore allo spettatore interessa poco del loro esito. I momenti splatter sono godibili e con effetti artigianali buoni, nel film c'è ad esempio una schiena dove viene strappata la pelle, un bulbo oculare strappato e tanto altro sotto quest'aspetto, però rimane che le vittime non essendo caratterizzate non recano empatia, emozione per lo spettatore.
Continuando a parlare della scrittura, tramite una visione e un accenno di dialogo tra Lisa e Giulia si scopre della conflittualità tra la protagonista e il padre ma tale rapporto nel film non è esplorate ma neanche ripreso, ritrattato nel resto del film.
Stessa cosa, in parte, per il rapporto conflittuale tra Giulia e la madre Emma che risulta poco vissuto e più che altro dialogato sempre tra Lisa e Giulia.
Anche la solitudine che le due ragazze dicono di avere non è così espressa nel film, come scritto rimane tutto un po' sul parlato più che sul mostrato, l'inquadratura che più incarna tale sensazione è quando Giulia è affacciata alla finestra inquadra a distanza.

Ci sono invece soluzioni registiche che richiamano i concetti di prigionia e del tempo. Il corvo in gabbia, l'oscurità che inghiotte la Luna, fanno presagire che per Lisa e i suoi amici biologici sarà impossibile fuggire dal castello; le inquadrature ripetute sull'orologio a pendolo all'interno del castello chiariscono da subito come l'elemento temporale sia centrale, il focus sul tempo è anche dato dal fatto che Emma ordina a Lisa di finire il restauro del quadro in due settimane e non in un mese come preferirebbe Lisa.

Zampaglione esegue buoni movimenti di macchina, quello in esterno in arrivo al castello che mostra l'edificio, il bel movimento di macchina dall'alto a tavola con Lisa, Emma e Giulia , la rotazione disorientante con le due ragazze(Lisa e Giulia) e anche la camera a mano durante la discesa di Lisa verso i sotterranei sono alcuni esempi del lato tecnico.

La gestione dei tempi della tensione è invece piuttosto standard, non c'è una grande maestria nel prolungare i tempi, ad esempio nella scena della vasca da bagno il momento in cui si mostra l'orrore è abbastanza diretto.
Essendo un horror che punta ad essere venduto anche fuori dall'Italia ci sono alcune dinamiche da horror un po' mainstream, ci sono alcuni jump scare evitabili e momenti in cui la soundtrack si abbassa, silenzio e poi appunto arriva il jump scare con meccanismi piuttosto standard.
Ciò è anche un peccato perchè in alcune circostanze, come quando la creatura si avvicina pian piano alla dormiente Lisa e le si stende accanto si riesce a creare tensione dato che c'è la coesistenza tra il villain e la vittima della scena dove quest'ultima è ignara del pericolo, però poi la scena si conclude con un jump scare. Tale espediente, jump scare, nel film è presente ma comunque non abusato.

La sequenza della cattura dei biologici nella foresta non è un gran che gestita, anche qui si va di jump scare senza una grossa costruzione della tensione.
Buone invece le soggettive del quadro ad evidenziare la sue essenza e vitalità, da notare anche il contrasto cromatico con il quadro, all'inizio annerito e l'abbigliamento di Lisa che è totalmente bianco.
La fotografia si attesta su tonalità cupe e sa andare anche sui blu e rossi creando anche buoni scenari in determinate circostanze, è un peccato però che il castello, la sua ambientazione sia stata poco sfruttata e ciò non permette di vivere appieno l'atmosfera e immergersi nel gotico, purtroppo il tutto si riduce alle solite poche stanze presumo per motivi di budget.

Sotto quest'aspetto manca dunque un po' di forza espressiva, però il film riesce a risultare buono nelle visioni del passato dove la nebbia fa il suo effetto ma anche nella scena in fondo al pozzo dove tra teschi e topi spunta fuori la mostruosa creatura.
Come già scritto Zampaglione è abbastanza diretto e non ha chissà quale costruzione dei tempi però la sua messa in scena non scade e nei momenti di splatter e violenza si dimostra a proprio agio.
Per cercare di godersi il film è vero che bisogna soprassedere su diversi aspetti, la scrittura che non approfondisce personaggi e aspetti trattati e la recitazioni a tratti anche molto scadenti, qui ok c'è il beneficio del dubbio in quando il doppiaggio peggiora molto la resa finale ma rimangono dei dialoghi un po' buttati come Giulia nel finale che esclama “questa è benzina”, delle reazioni reiterato del ragazzo prigioniero nei sotterranei ma anche semplici scambi non scritti così bene.
Soprassedendo a ciò, il film regala buoni effetti artigianali, splatter e una discreta messa in scena in un horror che si rifacendosi ai prodotti italiani del genere anni '70 può risultare datato perchè come nei film, spesso minori del periodo, si punta maggiormente alle meccaniche del genere che ai personaggi e ai loro conflitti, andando in controtendenza con un certo horror moderno.
Il finale ricorda molto I Vampiri di Riccardo Freda, sortilegi, maledizioni, voglia di immortalità, dunque tutto il concetto del tempo viene a compimento dove è anche apprezzabile che Giulia, vittima pura del film, abbia  il tempo, per l'appunto, di vedersi invecchiare allo specchio a differenze delle altre morti più dolorosi di chi è davvero artefice di tutto. il prologo si ricollega a quel riflesso iniziale, il percorso di Lisa con una postilla che critica anche un certo tipo di capitalismo.
Allo spettatore infine la scelta se soprassedere ai difetti presenti nel film, forse si richiede molto, per cercare di godersi un horror artigianale non sciatto dal gusto retrò dove comunque lo stesso Zampaglione deve migliorare e gestire meglio anche i tempi horror sia per dare più forza al gotico che per alimentare la tensione specialmente quando cerca di rifare Wan, alcune idee registiche sono anche presenti, la resa di altre un po' scricchiola di più, il tutto è condito da gore e splatter.