Nei panni di un assassino

Richard Linklater è uno di quei registi di difficile collocazione. Nella sua ormai lunga carriera ha spaziato nei generi e non ha mai disdeganto sperimentare con opere 

Indipendenti o decisamente fuori moda (sono suoi Prima dall'alba e seguiti, A scanner darkly e Boyhood).

 

Questa volta si butta nella commedia pura, genere poco frequentato dagli autori e dal cinema più impegnato. Lo fa su basi solide partendo dalla classica commedia degli equivoci greca e dalla moderna commedia filosofica/psicologica di Woddy Allen il tutto con un ritmo e trovate moderne.

 

Ne esce un film spassoso, dalla risata intelligente che cattura scena dopo scena fino a quella che vale il film in cui i due protagonisti recitano guidati dalle istruzioni scritte sullo schermo di un telefonino. Certo a volte bisogna concedere qualche licenza alla sceneggiatura, ma ne vale la pena per creare un ingranaggio di tremenda comicità. 

 

Il ritmo serrato imposto da Linklater che non lascia mai cadere la tensione e i due protagonisti fanno il resto. Glenn Powell funziona,  anche se un collega più  bruttarello avrebbe reso il tutto più credibile, ma è soprattutto Adria Arjona a travolgere con una sensualità ambigua e una verve irresistibile che si mangia il film.

 

Bella commedia di quelle che si vedono raramente sugli schermi. Ben scritta, ben girata e ben interpretata. Meriterebbe sicuramente più pubblico e se vi capita non lasciatevela scappare perché una sexy-crime-noir-psico-filosofico-commedia non è cosi comune.