Ennesimo grande affresco di Scorsese

Sicuramente quello si Scorsese non è più  il cinema rivoluzionario di una volta, ma il suo genio registico resta innegabile, anche quando lo stile si fa più classico come in questo caso. 

Killers of the flower moon ha il piacere del racconto, la fluidità delle immagini e un cast tecnico eccezionale. Scorsese crea una rapsodia in immagini per raccontare una storia vera poco conosciuta, ma di grande impatto. L'opera inizia in modo straniante accompagnandoci in una contea in cui sono i bianchi a fare i servi dei nativi americani, perché il petrolio sgroga a fiumi dalle terre indiane. 

I bianchi però non stanno con le mani in mano e così inizia una guerra subdola per il possesso dei diritti sulle terre. Il deus ex machina è un De Niro in forma come non lo si vedeva da anni, mefistifelico senza mai gigioneggiare, capace di impersonare l'ambiguità del male. La colonna sonora detta il ritmo del film e la fotografia si incupisce scena dopo scena, quando il baratro si fa più  vicino. 

Non funziona però  il prefinale; tutta la parte processuale fatica ad integrarsi col resto della pellicola e rallenta un finale che viene poi narrato in modo semplice ed originale purtroppo però persino sbrigativo data la lunghezza totale dell'opera.

Killers of the flowers moon è un buon affresco di un'epoca, non sarà ricordato come la miglior opera di un maestro a causa di una sceneggiatura che si sfilaccia, ma va comunque vista per capire come si deve muovere la cinepresa.