Il cinema di del Toro è da sempre ispirato a mondi alternativi, si ciba della materia dei sogni e trasporta lo spettatore nel fantastico. Proprio questa volta che il titolo in originale parla di incubo la trama è ambientata in un mondo reale e storico. Sarà un caso? 

In questo noir che a tratti sembra l'opera speculare de La forma dell'acqua al punto che il fantastico è solo una truffa, il freak o i mostri sono completamente e solamente umani e tutto quello che era speranza e amore diventa arrivismo e disperazione. Un rovesciamento della poetica di Del Toro che spiazza e che ci conduce in un mondo brutto e pesante. 

Certo si affida ad un cast tecnico straordinario e scenografie e fotografie sono da manuale. Del Toro ci immerge in un mondo oscuro, fatto di sotterfugi, di intrighi e di cupidigia. La sua regia è classica e conferisce al film un andamento a tratti troppo lento e prevedibile. 

Infatti nonostante le ottime prove delle tre comprimarie Cate Blanchett, Rooney Mara e Toni Colette è Bradley Cooper a mancare di carisma e di intensità e ad appesantire tutta la pellicola. 

La fiera delle illusioni probabilmente risente di una derivazione letteraria che fa fatica ad attecchire sul grande schermo e che diventa prolissa passando sulla pellicola, nonostante sia la seconda riduzione cinematografica del romanzo. Insomma resta un film esteticamente stupendo, ma con davvero poco altro. 

Da www.cineriflessi.blogfree.it