Più atmosfera che mistero

Per quanto riguarda i film di produzione cinese la distribuzione italiana si sta concentrando su noir e polizieschi cupi e spesso piovosi, come i precedenti Fuochi d'artificio in pieno giorno o Il lago delle oche.

 

Su questo filone si ascrive Il mistero corre sul fiume, poliziesco tradizionale che parte con la classica struttura dell'omicidio di facile soluzione per avvitarsi poco per volta in una verità decisamente più complessa che finisce col logorare l'investigatore. 

 

Shujun, oltre agli intrecci della trama in cui a un certo punto abbiamo più assassini che vittime, trova la chiave narrativa in un linguaggio che si fa via via sempre più visionario. L'ossessione dell'investigatore, vessato anche dal partito, che ha bisogno di una soluzione veloce, si concretizza sullo schermo e, quella che all'inizio sembrava la solita ambientazione noir, sul finale diventa protagonista del film. 

 

Non a caso la sede della polizia locale si è  appena trasferita in un cinema e le loro riunioni si tengono su quello che sembra un palco teatrale. Nulla è come appare nel film e non è solamente colpa di una parrucca. 

 

Il mistero scorre sul fiume è un'opera piacevole anche se non propriamente originale che trova la sua strada nella creazione di un immaginario visivo. Non è poco però rischia di non riuscire a coinvolgere lo spettatore che può addirittura sentirsi spiazzato. Sicuramente più adatto a chi ama un cinema dai ritmi lenti e ipnotici piuttosto che il thriller hollywoodiano.