Mi è sempre piaciuto Guy Ritchie, ma è un regista che, salvo rare eccezioni (The man from U.N.C.L.E.)  rende (a volte anche molto) bene solo quando si occupa della malavita inglese.

 

In questo caso il regista affronta una storia vera relativa a una operazione che, durante la seconda guerra mondiale, ha consentito l’ingresso nel conflitto degli Stati Uniti; il materiale avrebbe quindi potuto essere molto interessante, ma il taglio che si è deciso di dare al film, però, non è drammatico ma da commedia di azione e questo lo priva di ogni pathos.

 

Di fatto il film sembra una sorta di Bastardi senza gloria (citato in effetti anche direttamente) fuori tempo massimo… e di certo non lascia il segno.