Film ungherese molto rosa, una specie di fiaba se si vuol dire così, realizzata con molta attenzione ai particolari, anche se palesemente inventati, che si vede con piacere da chi ama questo genere. Abbiamo una valida pianista cresciuta in un convento. Il padre, ricco ed evidentemente solo, passa il tempo con donne diverse. Le suore vorrebbero che la giovane restasse tra loro, puntando sulla immancabile promessa dote. Dovranno espellere la giovane. La loro rigidità mentale avrà la meglio sulla loro avidità. Ida (così si chiama), non sa nulla della vita fuori dal convento, e si troverà messa in vendita dal padre, in cerca del miglior pretendente. Si farà avanti un pittore alla ricerca di soldi, che accetterà le dure condizioni poste dalla ragazza, che cerca invece il vero amore. 

Capitiamo in un mondo dove diversi amici, più o meno pittori, non hanno molti problemi di denaro. Un mondo un po' sopra le righe, nel 1920, dove dopo la prima guerra mondiale molti nobili devono trovarsi una qualche occupazione. Al di là di ogni possibile coerenza con la realtà storica, il film rimane in questo limbo artificiale e la vicenda avrà il suo seguito. La forza del film è la sua coerenza sintattica, mantiene ciò che promette, niente di più ma anche niente di meno.

Gli attori sono tutti convincenti e si porta inevitabile simpatia per la giovane Ida, cercando di capire chi è il pretendente.