Il film ha avuto giudizi molto contrastanti. Pur fondato su una storia vera del 1600, e girato per gran parte proprio nel castello di Ravalet dove essa ha avuto origine, vi sono alcuni elementi, tratti dalla contemporaneità, come un elicottero, un'auto, e simili, che appaiono improvvisamente e non hanno niente a che fare con la storia stessa. C'è anche un dormitorio femminile, le cui giovani ospiti si raccontano la leggenda, anche se nell'ultima parte questa aggiunta sparisce. Pare che la regista, Valérie Donzelli, abbia voluto con queste aggiunte rafforzare il senso di una storia che travalica l'epoca in cui è avvenuta, rendendola valida al di là del tempo. Ma l'aggiunta italiana del titolo e le sequenze del film che parlano di “leggenda” in certo senso contraddicono l'assunto stesso della vicenda: è davvero avvenuta o no? 

In ogni caso non è neppure questo il dilemma fondamentale. Posto che la storia (a parte gli elementi contemporanei aggiunti) è ben costruita e confezionata con attenzione a diversi particolari (non solo l'ambientazione nel castello ma anche l'atteggiamento dei genitori, della chiesa e del re), il dilemma riguarda l'impossibilità dell'amore dei due protagonisti. Che è incestuoso, essendo tra fratello e sorella. Non si potrà neanche negare l'evidenza, dato che c'è anche il frutto di questo amore. La sua “impossibilità” ben difficilmente genera felicità. Forse questo è il senso della vicenda.