Primo lungometraggio (2022) di Céline Devaux, film che ha un inizio chiaro e interessante cui segue una trama molto esile. L'impresa cui la francese Jeanne si è dedicata (uno strumento per ripulire i mari dai rifiuti) praticamente fallisce al suo debutto. Non resta che andare a Lisbona a vendere l'appartamento della madre. Caso vuole che nello stesso viaggio ci sia un suo amico di scuola, tuttora disoccupato, che a Lisbona ha una sorella e una nipote da accudire. Jeanne, certamente depressa, in questo inaspettato cambio di vita si trova a discutere con una sua voce interiore che cerca di darle consigli, rappresentata da un personaggio di cartone animato dai lunghi capelli. L'idea pare piaciuta a parte della critica professionale che ho letto, a me sinceramente le interruzioni animate del racconto sono sembrate troppe e non mi hanno divertito molto. Inoltre tutti i maschi del film, non solo l'amico francese quasi omonimo Jean ma anche l'insegnante di coro della nipote di costui e perfino il fratello di Jeanne, che abita a Lisbona, sono tutti somiglianti, sicché si deve seguire con attenzione ciò che succede per non smarrirsi. La cosa migliore del film è che non insiste sulla depressione e anzi cerca di rendere l'atmosfera leggera, forse troppo.