Interessante film che ci porta a conoscere non solo la storia del rapporto, non facile all'inizio, tra un giovane figlio di immigrati algerini cresciuto a Parigi, e una ragazza proveniente da Tunisi. Diversamente da come si può pensare, ma in perfetta logica con la realtà, succede che l'apertura mentale della ragazza è più ampia di quella del maschio. Succede infatti che a Parigi molta immigrazione araba viva in banlieue e la scuola della Repubblica, orientata ai valori laici della Francia, impone di non affrontare mai apertamente questioni religiose. A Tunisi è invece più facile, soprattutto per le classi colte, vivere in un mondo che ha assorbito molto dalla Francia senza per questo rinunciare alla classica cultura araba, non così chiusa come in altri Paesi.  Oltre al fatto che, come sappiamo, a scuola dappertutto e spesso le femmine conseguono risultati migliori e non hanno certo problemi di rapporto con i maschi, di cui conoscono le potenziali debolezze. Le diverse questioni sul tappeto danno alla pellicola sufficiente forza e un buon margine di serietà e di interesse. L'iniziativa femminile costringe alla difensiva il maschio, cui converrebbe per certi aspetti rifluire nel mondo da cui proviene, a contatto con altri suoi simili che hanno verso la donna una visione ben diversa da quella che offre il corso di letteratura araba all'università. Il messaggio che la regista Leyla Bouzid ci lascia è chiaro, così come è coerente la storia che vediamo, costruita con semplicità e nello stesso tempo con molto acume. Insegna che molto c'è da imparare quando si parla di integrazione.