Quegli artigli affilati, sono in assoluto i più spietati

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Questo è indubbiamente il miglior film di Wes Craven, il più truce, il più angosciante. Quarant'anni fa, faceva capolino nelle sale cinematografiche un villain che diventerà un'icona horror, pronta a tormentare le visioni oniriche di milioni di spettatori. Forse, lo stesso regista all'inizio non immaginava che avrebbe creato un personaggio che avrebbe fatto la storia. Impossibile non aver mai sentito nominare Freddy Krueger e le sue gesta, che annaspano nella mente, mandando fuori di testa.


Alcuni articoli apparsi sul Los Angeles Times inerenti il decesso, avvenuto durante il sonno, di alcuni adolescenti ispirò il grande Wes a generare una saga apprezzata di generazione in generazione. Per le nuove leve, Freddy è una tappa immancabile, una dovuta iniziazione.

La trama è così nota che quasi mi vergogno a parlarne. Freddy Krueger, un infanticida, un assassino seriale, ucciso per vendetta dai suoi concittadini, ma dopo la morte, diviene immortale. Ottiene la capacità di manifestarsi nei sogni altrui, mai dono fu più appropriato, per chi ha desiderio di rivalsa, per chi non accetta di esser stato giustiziato.


A Springwood (Ohio), la quindicenne "Tina" è vittima di un incubo raccapricciante: un uomo ustionato la insegue, in un locale cupo e inquietante. L'oscura figura è armato di un guanto lercio munito di artigli feroci, lame affilate che fanno paura. Quando si sveglia di soprassalto, scopre con orrore squarci nella sua camicia da notte.


Il giorno successivo, la ragazza racconta l'accaduto ai suoi compagni di scuola, Nancy e Glen (un giovanissimo Johnny Depp): i due minimizzano, cercano di tranquillizzare l'amica. Inutile dire che una triste fine l'attenderà, e il buon Fred, a caccia di altre vittime andrà. La sua sete di sangue è sconfinata, vuol punire i suo assassini, con ciò che per lui è un gran genialata: strappargli la carne della loro carne.

Craven sa come creare tensione e timore, e dirige con estrema ricercatezza e stile. La potenza della pellicola riesce a far digerire alcune stonature, quali le incredibili abilità senza eguali, della protagonista nel costruire trappole mortali, e le rare incursioni di Krueger nel mondo reale, che cozzano un po' con l'idea della sceneggiatura. L'interpretazione di Englund è magnifica, così come le scene di gore. Un classico senza tempo, imperituro e agghiacciante, che sa di aver scritto un pezzo di storia, con un tocco originale e terrificante.