Se ti chiami Esther avrai eternamente una decina d' anni, e sarai sempre pronta a far danni


Questo prequel di un bel film quale Orphan, pur proponendo una discreta sceneggiatura, commette un errore bambinesco, madornale, e non riesco a giustificare qualcosa di così sciocco e banale. Seppur sia innegabile che Isabelle Fuhrman a suo tempo diede vita a una bellissima interpretazione, data la giovane età, convincendo appieno nei panni di una trentatreenne affetta da ipopituitarismo che, mantenendo un aspetto infantile, passa la sua esistenza a fingersi bambina, insinuandosi nelle famiglie adottive con scopi tutt'altro che sani, adesso stride. 

La sua psicopatica risultò convincente, inquieta, spietata, folle, ma, rivederla nelle stesse vesti dopo più di due lustri sorprende. Trovarsi di fronte all'opposto, è parecchio assurdo. Come si può spacciare una venticinquenne per una ragazzina, come lo vogliamo nominare codesto disturbo? Ormoni impazziti di chi non è mica tanto furbo?  

Perché cappero non ci hanno pensato prima? Quando ancora in qualche modo si poteva forse mascherare, farlo ora, senza una valanga di VFX, ma solo attraverso controfigure di spalle o inquadrature scaltre, è azzardare, troppo e pure male.
La carenza di buone idee oggigiorno porta a un inevitabile tuffo nel passato, però, o si gioca meglio, o si sceglie un'altra attrice, semplice, e più che giustificato.

 

La trama si incentra sulla piccola (si fa per dire) Leena, che dopo svariati crimini ai danni di alcuni affidatari, viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico. La donna riesce a scappare provocando il caos e vari morti; durante la fuga scopre di essere molto somigliante a Esther Albright, una bimba americana scomparsa 4 anni prima. Leena si fa dunque ritrovare da un poliziotto in un parco giochi e dichiara di essere Esther. L'incontro con i congiunti non è dei più semplici, qualcuno ha fin troppo da nascondere, e sa bene di essere davanti a una millantatrice, ma, la posta in gioco è troppo alta, e al principio, ci sarà complicità con la furba arrampicatrice. In realtà si scoprirà ben presto che le intenzioni nei suoi confronti da parte di madre e figlio sono ben altre. Il punto della questione è che per quanto perfidi possano essere, non sanno con hi hanno a che fare, e, inutile dirlo, la cara Leena/Esther non sa soltanto difendersi, ma anche attaccare.

 

L'interpretazione della Furhman resta ottima, ma non paragonabile alla prima, proprio per gli ovvi problemi sopraccitati che rendono il suo personaggio una sorta di macchietta. Non puoi pretendere che due codine, vestiti e riprese tagliate salvino la situazione, ma un applauso per il coraggio a cimentarsi nell'impresa, lei se lo merita tutto. La fotografia, specie all'inizio, opta per scelte un po' troppo audaci. La regia mette in atto qualche guizzo intelligente, e la storia, tesa ma meno della precedente, non è malaccio, se non fosse per il fatto che già si sa che la famigliola schiatterà, quindi, non c'è trucco non c'è inganno, non sto facendo spoiler ma riporto solo i fatti senza alcun danno. 

E allora, perché sottoporsi alla visione? Direi per un valido motivo: curiosità di vedere qualcosa di tanto avventato, uno sforzo così egregiamente illogico va pur guardato.

 

P.S. Recentemente ho letto la notizia di un Orphan 3, adoro. Preparo il popcorn, avanti di questo passo attendo un 4 e 5, con la Fuhrman con la divisa da liceale, le codine, e... quarant'anni... Grazie di esistere Orphan!