La mendacità che affiora nell'atrocità

L'horror d'esordio di Oliver Park non ha molto di nuovo da dire, eccezion fatta per un'interessante variante. Nei lungometraggi di possessioni siamo fin troppo abituati alla religione cristiana, qui invece, è quella ebraica a spadroneggiare. Questa è la novità meno sfruttata, mescolata a cose già fin troppo viste (camera mortuaria, bambina inquietante, e, ovviamente, il signor jumpscare, pronto a entrare in azione a ogni buona occasione). 

La trama non riesce subito a imporsi e a generare un'apprezzabile tensione, se non nella parte terminale del girato. Park ha un utilizzo della regia ancora troppo stereotipata e un po' la storia tende a risentirne. I protagonisti faticano a ingranare se non per l'appunto nelle ultime scene, ma, vanno riconosciuti dei buoni effetti visivi, e il diavolo è affascinante, squisitamente agghiacciante.

 

La vicenda incomincia con Arthur che torna a New York, nella sua casa di famiglia, portando con sé la moglie Claire, incinta. Mentre il padre Saul, direttore di un obitorio chassidico la cui attività si svolge nei piani inferiori dell'abitazione, sembra volersi riappacificare (a suo tempo non aveva benedetto quell'unione con una donna non ebrea), un'accoglienza più fredda lo attende dal dipendente Heimish, che non ha fiducia in lui, e ben presto capisce le sue vere intenzioni.
Le inevitabili divergenze non saranno però l'unico problema, poiché nel corpo di un anziano suicida portato alle pompe funebri si nasconde una grana ben più crudele e letale.
Il demone noto come "il rapitore di bambini", è dentro di lui, e ha puntato proprio il figlio della coppia. Qualcosa di terrificante sta per abbattersi su di loro, qualcosa di brutale, mendace e fatale.

 

Il finale mi ha spiazzato, forse era annunciato, perfino telefonato, ma, non posso negare, che mi abbia lasciato senza fiato. Mi ha fatto tornare alla mente delle parole di Gianmario Cerica (ammetto che se non fossi incappata per caso in un post su FB proprio stanotte, non sarei qui a parlarne, lol). 
"L'unica cosa che so per certo è che raramente i sentimenti sono reciproci, quindi, quando lo sono, molla tutto, dimentica le cose e le aspettative, dimentica i giochi, dimentica la parola difficile, correte e scontratevi come pianeti nel sistema di un sole morente."
Quando ho letto queste frasi ho pensato "Sì vai, corri a prendere una bella fregatura, vedrai quanto dura". Poi, manco a farlo a posta, vedo questo film, e sembra esprimere esattamente l'essenza di codesta sentenza. Che buffa coincidenza, forse l'universo vuole cancellare il mio sano cinismo, chi lo sa...
Pellicola che raggiunge la sufficienza nonostante i detestabili jumpscares, proprio grazie a un epilogo che in qualche modo lascia il segno, perché seppur vero che alla fine, il male vince sul bene, il fatto stesso che per un attimo il bene sia stato più forte di lui, è già una vittoria. 
Oddio, ho spoilerato? Ops...