Poco originale, poco chiaro e poco coinvolgente.

Mi pare di ricordare, se la memoria non mi inganna, una vignetta di un fumetto comico che lessi tempo fa (purtroppo non ricordo quale e spero di citarlo correttamente) che in una strip faceva descrivere ad uno dei personaggi una scena straordinaria  e complicatissima che avveniva oltre il bordo della vignetta, per poi spiegare poco dopo che purtroppo il disegnatore non era bravo abbastanza da riuscire a disegnarla, quindi i lettori dovevano accontentarsi della descrizione. 

Mi è tornata in mente guardando questo film, in cui in più punti i protagonisti raccontano qualcosa che agli spettatori non viene mostrato, violando la regola aurea   “show, don't tell”.  Ma probabilmente il budget era limitato (ma questa non è affatto una scusante, dove non arriva il denaro devono arrivare la creatività e l'ingegno: “Radius” , per esempio, è un film con un budget inesistente ma anche buone idee ed originalità) ed è stato impiegato, suppongo, in particolare per ingaggiare Cage e realizzare gli effetti speciali. Su Cage poco da dire, la sua carriera parla da sola ma , per citare l'indimenticabile “Tre uomini e una gamba”, il mio falegname lo faceva meglio con 30.000 lire. Nel senso che nel poco tempo in cui Cage è in scena non fa granchè e quel poco che fa poteva farlo chiunque altro dotato di una faccia, non necessariamente espressiva.  

Gli effetti speciali non sono malvagi, ma un'altra regola aurea è che ciò che non mostri è più spaventoso di ciò che mostri: una volta comparse sullo schermo le creature protagoniste del film mi sono sembrate quasi buffe, oltre che piuttosto curiose in alcune loro abitudini , che vengono buttate là dal film un po' a caso (ad esempio, a quanto pare  le creature si muovono in branco formando una sorta di ruota : una stranezza simile forse meritava un qualche accenno nel film invece che mostrare le creature equilibriste a casaccio?). 

Il resto non è pervenuto : la storia fa acqua da tutte le parti, tra personaggi che fanno cose prive di logica, scene raccontate e non mostrate e veri e proprie voragini narrative, mentre  il poco che funziona è trito e ritrito. 

 

Cosa mi è piaciuto

  • La colonna sonora non è male

Cosa non mi è piaciuto

  • La fotografia: la telecamera a mano in genere serve a dare un taglio documentaristico alle riprese, per fare sentire lo spettatore al centro dell'azione come se ne fosse protagonista, ma il contesto deve assecondare questa scelta stilistica (esempio da manuale : l'inizio di Salvate il Soldato Ryan).  In questo film  la telecamera non solo non è coinvolgente, fa anche venire il mal di mare tanto si muove a casaccio,  con alcune inquadrature completamente sbagliate (non sono un esperto ma penso che la telecamera che dondola mentre gli attori parlano o che se li perde per strada perchè gira nella direzione sbagliata penso di averla vista solo al filmino della Prima Comunione di mio cugino) .  In compenso alcune scene sono talmente scure da rendere complesso capire cosa si stia vedendo. 
  • La scarsa cura nei dettagli: quando realizzarono La Compagnia dell'Anello abitarono nelle case Hobbit per un po' per renderle più vissute, perchè non sapevano quanto vicino sarebbe andata la telecamera alle porte, alle finestre, ecc, mentre Viggo Mortensen fece di tutto per rovinare i suoi abiti di scena e ricucirseli da solo (per non citare il nostrano Don Matteo che ha indossato la stessa tunica per anni e anni). Sono piccoli tocchi che fanno capire la cura per i dettagli, che per me significano rispetto per il pubblico e amore per quello che si fa.  In questo film, nonostante siano passati almeno 15 anni dalla catastrofe che ha provocato tutto l'ambaradan (che catastrofe? Boh. Che ambaradan? Boh) sono tutti lindi e pinti. Io trovo polvere dopo un paio di giorni se non pulisco, divento un orso se non mi rado da una settimana ed  i vestiti dei miei figli diventano inguardabili nel giro di un paio d'ore. La famiglia del protagonista non ha un pelo facciale e non ha sugli abiti una macchiolina, uno strappetto  o una piccola scoloritura, mentre le case sono perfettamente tirate a lucido e non c'è traccia in tutto il film di un granellino di polvere o di una ragnatela. Tutto molto pulito, ma l'apocalisse me l'immagino un filo più caotica. Sembra la versione post apocalittica di Beautiful o di un telefilm per teenagers.
  • L'inizio fa immaginare un approccio originale e quasi poetico al tema post apocalittico, visto che si parla di un padre che tira su da solo due figli piccoli in uno scenario, appunto, di devastazione.  Si capisce ben presto che è un pretesto per cercare di dare un minimo di contesto ai protagonisti ma la tematica famigliare è di fatto irrilevante : i due fratelli si sopportano poco e il padre dice cose che nessuno si fila. Capirai. Va bene il budget modesto ma acca' nisciuno è fess, come dicono a Napoli. 
  • Alcuni punti della sceneggiatura (su tutti il finale), su cui non mi dilungo perchè impossibile parlarne senza fare spoiler, sono non solo poco coerenti e poco chiari, ma a dir poco odiosi per la loro assurdità ed illogicità . 
  • I personaggi sono noiosi, irritanti e poco coinvolgenti: ho seguito la storia senza alcun interesse nelle loro vicende ed il film non ha fatto il minimo sforzo per provare a farmi interessare un po' di più al loro destino.

A chi può piacere questo film

  • A chi non ha mai visto un film post apocalittico e non ha nè pretese nè parametri di riferimento per capire se è un capolavoro o una schifezza. 

 

 

di Bongo