Un horror più convenzionale di Midsommar ma comunque moderno : un grande esordio per Ari Aster

Come ho scritto nel titolo, ho apprezzato questo film più del successivo Midsommar, per quanto forse sia un horror più “canonico”  e quindi lasci solo intravedere a tratti lo stile grottesco e surreale del giovane regista, molto più evidente in Midsommar. Questo per parte del pubblico può essere un difetto, ma per me è un punto a favore del film (mentre al contrario non  mi ha permesso di apprezzare appieno il peraltro eccellente Midsommar). 

E' un horror eccellente che non si basa solo sui soliti jump scares (comunque presenti, ma usati con una maturità notevole per un regista così giovane) ma sulla costruzione e sul mantenimento di una tensione profonda e viscerale (una caratteristica che Aster condivide con l'altro “enfant prodige” dell'horror di casa A24, Eggers) . 

La tematica familiare che fa da cornice e sfondo al film aggiunge spessore alla storia, che può essere vista come un dramma con notevoli tinte horror e splatter (in questo Aster è molto diverso da Eggers: quanto il secondo ha un approccio raffinato ed elegante all'horror, tanto il primo tende ad inserire scene piuttosto truculente senza preavviso, ottenendo un effetto ancora più estremo)  , ma anche al contrario come un horror con una storia che appassiona tanto quanto l'aspetto pauroso, se non addirittura di più. Così come in Midsommar Ari Aster mostra un notevole talento nella rappresentazione del dolore e del lutto, presentanto in maniera straziante e viscerale.  

La storia, per quanto abbastanza lineare, va seguita con attenzione e  non mi vergogno di confessare di aver cercato in rete qualche spiegazione su alcuni punti che non mi erano chiari, non per colpa della sceneggiatura ma semplicemente per la complessità della vicenda, che si presta a più interpretazioni, sebbene alcuni elementi restino senza una vera spiegazione e diano un po' l'idea di essere messi lì tanto per creare atmosfera, ma comunque sono coerenti con la storia . Storia, sentimenti, famiglia: è un approccio all'horror moderno che  a me piace moltissimo e che è diventato un marchio di fabbrica per l'A24. 

 

L'unico difetto che ho trovato nel film è forse il finale (così come era stato per Midsommar) , pienamente nello stile di Ari Aster (nel senso che l'elemento grottesco e surreale è molto più evidente)  e forse non pienamente sviluppato. Così come l'aspetto soprannaturale è , a mio avviso, solo accennato e forse un po' confuso.

 

Cosa mi è piaciuto

  • E' un film eccellente sia negli elementi horror (anche se forse definirlo uno dei film più spaventosi mai girati è un'esagerazione) che in quelli drammatici. Aster è bravissimo sia a spaventare sia a raccontare il dramma ed il dolore
  • L'aspetto tecnico (recitazione, regia, fotografia, ecc) è eccellente
  • E' stato definito “L'Esorcista del XXI secolo” (o qualcosa di simile) e direi che la definizione calza abbastanza bene, anche se il  film di Friedkin resta un capolavoro insuperabile . E' sicuramente uno degli horror migliori degli ultimi anni.

Cosa non mi è piaciuto

  • Il finale non mi ha convinto appieno, ma se a differenza mia amate lo stile molto personale e surreale di Aster potrebbe essere l'elemento migliore del film 
  • La storia ha sfumature soprannaturali che meritavano di essere sviluppate molto  di più
  • Alcuni elementi della storia non sono molto chiari e non hanno una vera e propria spiegazione

A chi può piacere

  • A chi piace l'horror maturo e moderno, che mescola storia e paura senza sparare jump scares a raffica (sebbene alcune scene siano particolarmente forti e non adatte a tutti)
di Bongo