Nei luoghi oscuri del dolore

Avete presente quando vi viene la voglia di un sano film horror, con un mostro da cui scappare (e infine uccidere) con gli occhi sgranati a fare il tifo per i buoni contro i cattivi mentre si mangiano i popcorn? 

… Bene, questo non è quel film. Intanto non ci sono i buoni, e nemmeno i cattivi. E a ben guardare, non ci sono nemmeno i mostri - e quelli che eventualmente ci siano vanno compresi e affrontati. E accuditi. E amati.

Somnia è un'esplorazione del dolore e della difficoltà di elaborare un lutto, travestita - talvolta in modo goffo - da film horror. Quanto ci mettiamo ad accettare una perdita? A quali compromessi saremmo disposti a scendere pur di avere un (pallido) surrogato di ciò che abbiamo perso? E quanto siamo disposti ad accettare di confrontarci con il nostro dolore, e con il dolore degli altri? 

Non è un film perfetto, e come horror funziona meno di altre opere con ambizioni e funzionamento simili - Babadook, per esempio - ma è sincero nel porre ai suoi personaggi (e allo spettatore)  domande spesso scomode e nel costringerli ad affrontare risposte spesso anche più scomode, senza per questo diventare didascalico e scadere nella predica. Merita un'occhiata, un giorno che vi sentite in vena di malinconia, e potete chiudere un occhio sulla verisimiglianza - d'altronde, qual è il film horror in cui non si deve sospendere l'incredulità un bel po'? 

di Naechan