“La linea verticale” è una serie bellissima,  Mattia Torre era un genio che come pochi ha saputo rappresentare noi, le nostre vite…e ci manca tantissimo. 

Partiamo “così, de botto senza senso” ( sempre sia lodato…) per dire che io, “La linea verticale” lo avevo sempre evitato come la peste per via del mio personale rapporto diciamo un po' complicato con gli ospedali per fortuna fino ad ora senza gravi conseguenze, ma approcciarsi ad una serie del genere è stato assai difficoltoso…debbo ammettere che vedere la vita di un'ospedale rappresentata in maniera cosi vera è stato una discreta mazzata. Non ci sono super medici, ci sono dottori che ci provano, infermieri stremati e pazienti impauriti; si piange anche l'acqua del Battesimo eppure a volte si ride con grande gusto…insomma c'è la vita vera.“La linea verticale” è il capolavoro silenzioso che non ti aspetti, è il desiderio di un gruppo di amici (un cast eccezionale tutti bravissimi) di fare le cose per bene, di non deludere l'amico che, forse, sapeva di non avere più tanto tempo.  E Mattia Torre si rivela qui tra l'altro un regista davvero bravo. Capitolo a parte meritano una Greta Scarano di  una sensibilità, determinazione e dolcezza strabilianti e Valerio Mastandrea di cui è facile immaginare lo stato d'animo durante la lavorazione, alter ego del grande amico nel suo momento più difficile, in una interpretazione umana addirittura maestosa