N.12 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 3 DI 15: PROMETHEUS).

Come abbiamo visto nel precedente articolo, l’uscita di “Prometheus” era stata anticipata da ben 4 corti che avevano il preciso scopo di indirizzare gli spettatori all’interno del contesto che avrebbero vissuto nel film: un magnate con ambizioni smisurate, una archeologa speranzosa di realizzare il proprio desiderio (trovare le origini dell’Umanità), un androide che incarnava lo Stato dell’Arte dell’IA (e ricordiamo che ci troviamo ben 40 anni prima della nuova generazione degli androidi che avevamo visto nell'Alien originale).

All’epoca i fans della saga si attendevano un vero e proprio prequel di “Alien” ossia scoprire quali erano stati gli eventi accaduti nel pianeta LV-426 che avevano determinato l’invio del segnale di soccorso che stava alla base dell’incipit del film capostipite.

Scott, fin dall’anno precedente all’uscita, raggelò tutti quanti: “Prometheus” non costituiva il prequel dell’“Alien” del ’79 ma si spingeva ben prima della storia originale, andando a toccare argomenti quali le origini dell’Umanità e lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.

Scott parlò subito di una trilogia (che poteva anche diventare tetra) di film che avrebbero indagato a fondo sulle origini della specie degli Xenomorfi e, nel farlo, ci si sarebbe imbattuti anche nelle origini dell’Umanità.

Da sx: Guy Pearce, Michael Fassbender, Charlize Theron, Noomi Rapace, Rydley Scott e Logan Marshall-Green

 

La delusione dei fans fu pertanto notevole poiché il film avrebbe trattato delle tematiche che nulla o quasi avevano a che fare con i primi 4 film (e in special modo con l’Alien originale); ciò nonostante la curiosità fu talmente alta che, alla fine dei giochi, “Prometheus” risulterà il film della saga con il maggiore incasso (400 milioni di $).

 

Quello che vi ho tenuto nascosto nel precedente articolo è che i 4 corti non si riferiscono allo stesso periodo temporale: dalla conferenza TED del 2023 da parte di Peter Weyland occorre fare un salto di 54 anni per approdare alla realizzazione di David-8 e del suo corto (ambientato quindi nel 2079) e solo 10 anni dopo (quindi nel 2089 quando sono passati 66 anni dalla conferenza TED) la Dott.ssa Elizabeth Shaw invia la sua candidatura ad un Weyland che se all’epoca aveva 33 anni, adesso ne aveva 99 (non per nulla vi ho fatto vedere come appare nel film…)!!!

Il video intercettato dal radiotelescopio di Arecibo è di due anni dopo (2091 narrativamente parlando) mentre la missione (e di fatto il film) partirà nel 2093 ossia quando Weyland avrebbe esattamente 103 anni.

“Prometheus” quindi rappresenta la realizzazione di un personale sogno di Scott che si può sintetizzare in due tematiche principali: le origini dell’Umanità e lo sviluppo e il ruolo della IA nella società umana.

Non è affatto casuale che una linea di pensiero che vanta numerose adesioni, afferma che l’universo narrativo della saga di Alien includa quello di “Blade Runner” e le coincidenze sono talmente tante che occorrerebbe un articolo a se stante per analizzarle ma in questa sede mi sono imposto di parlare solo della saga senza divagare (Predator o Blade Runner che sia) e pertanto non affronterò l'affascinante argomento.

Il film si svolge nel dicembre del 2093 (questo è l’anno in cui l’astronave USSC “Prometheus” atterra sulla luna LV-233) e la missione viene affidata a Meredith Vickers (interpretata da Charlize Theron), figlia di Peter Weyland che dirigerà l’equipaggio per l’intera durata (nello stesso momento Ellen Ripley ha già un anno di vita essendo nata nel 2092 nella colonia lunare Olympia).

La trama del film però inizia migliaia di secoli prima…

Su un pianeta non meglio identificato (tutti gli spettatori daranno per scontato che sia la Terra ma Scott ha sempre dichiarato che potrebbe essere uno dei miliardi di miliardi di miliardi di pianeti presenti nell’Universo) atterra una astronave e subito dopo si vede un essere dalla morfologia umana (ha una testa con due occhi, una bocca e un naso, due braccia e due gambe) che beve uno strano liquido nero nel mentre l’astronave si allontana.

Nel giro di pochi secondi il liquido causa una metamorfosi all’umanoide spezzando il DNA dell’essere facendolo così precipitare all’interno delle vicine cascate: gradualmente il nuovo DNA si va formando fino ad arrivare alla creazione di una cellula procariota e della successiva comparsa della divisione cellulare: è nata la Vita…

 

Non sappiamo dove né quando tutto questo sia accaduto (per rendersi la vita facile lo spettatore da per scontato che è accaduto sulla Terra e quindi che questa razza extraterrestre sia la causa dell’origine dell’Uomo ossia siano i nostri creatori) ma quello di cui siamo certi è che questa specie è in grado di generare vita su tutti quei pianeti che possano ospitarla.

Il film fa un salto temporale enorme (stiamo parlando di svariati milioni di anni se l’ipotesi della Terra fosse valida) approdando in Scozia nel 2089 (l’anno in cui la Shaw invia la sua candidatura a Weyland in quel famoso corto) dove la dottoressa e suo marito il Dottor Holloway fanno una grande scoperta che da senso alle parole della Shaw in quel videomessaggio: in tanti graffiti ritrovati nelle caverne e grotte di varie parti del mondo si trova raffigurata una mappa stellare, sempre la stessa e ciò appare incredibile se si considera che le varie civiltà che l’hanno disegnata non hanno mai comunicato tra loro: è possibile che questa mappa indichi la provenienza dei nostri creatori?

Possibile certo, probabile chi può dirlo se non si tenta l’impossibile ossia andare proprio a casa di questi nostri ipotetici creatori per scoprire quale sia la verità?

Da qui parte realmente la narrazione e la “Prometheus” viaggia verso la destinazione con i suoi 17 uomini di equipaggio che dopo essere stati risvegliati da David l’androide e aver fatto conoscenza con la Vickers, assistono al videomessaggio 3D di Weyland registrato due anni prima.

Questa parte del film è cruciale per tutta la saga dato che il magnate mette a conoscenza di tutti (spettatori in primis) le domande che lo hanno perseguitato per tutta la Vita (che poi sono le stesse che hanno sempre perseguitato Scott):

  1. David è immortale ma non riesce a comprendere l’immensità di questo dono perché gli manca un’unica cosa che lo rende differente dall'Uomo: l’Anima;
  2. Da dove veniamo?
  3. Qual è il nostro scopo?
  4. Che cosa c’è dopo la morte?

Proprio la scoperta fatta dai due archeologi spinge Weyland (che nel frattempo è morto) a finanziare la missione e quindi ai due archeologi non rimane altro che spiegare al resto dell’equipaggio la loro scoperta sulle mappe stellari rinvenute e, in aggiunta, informare che, dopo accurate ricerche, si è riusciti ad identificare il sistema da cui gli “Ingegneri” (così viene soprannominata la razza aliena vista nel prologo) provengono: c’è un Sole simile al nostro e c’è un pianeta che gli gira intorno al quale, a sua volta, orbita una Luna che è stata chiamata LV-233: è un pianeta in grado di ospitare la vita simile alla Terra e quindi quella è la destinazione della missione ma si riusciranno a trovare delle tracce degli Ingegneri?

 

Quanto vi ho raccontato basta e avanza per stuzzicare la curiosità di chi non ha ancora visto la pellicola, adesso è venuto il momento di analizzare le tematiche del film.

 

Prima d’iniziare però mi preme sottolineare che la 20th Century Fox, Ridley Scott e Damon Lindelof, già dal 2010, rilasciarono pubblicamente svariate dichiarazioni in cui affermavano esplicitamente che il film non aveva relazioni con la saga; solo nel 2011 fu confermato il fatto che “Prometheus” si svolgeva nello stesso universo narrativo di “Alien” ma che non sarebbe stato un vero prequel del Capolavoro del ’79.

 

Non è così facile parlare del film nella prospettiva d’inizio cronologico della saga e, contemporaneamente, tenere presenti tutte le dinamiche e gli eventi dei quattro precedenti film, ad ogni modo cercherò di fare una panoramica sulle tematiche che emergeranno dalla visione evitando al massimo di rivelare importanti elementi narrativi.

GLI INGEGNERI

La prima novità a cui assistono gli spettatori è la conoscenza con questa nuova specie extraterrestre di cui, quasi certamente, faceva parte la creatura fossilizzata (successivamente soprannominata dai fans “Space Jockey”) che si vedeva in una delle sequenze più affascinanti e misteriose dell’Alien del ’79.

Questa specie, decisamente molto grande come dimensioni rispetto a quelle umane (la loro altezza è mediamente di 3 mt), molto più forte fisicamente e decisamente molto più intelligente, sembra essere la progenitrice dell’Umanità così come il prologo fa intuire, pertanto sembrano essere loro i visitatori abituali del nostro pianeta.

Il film quindi spiegherà ai fan il mistero dello “Space Jockey” ma, contemporaneamente, introdurrà nuovi quesiti a cui non saranno date risposte.

Nella seconda parte del film si vedrà come ci sia una diretta correlazione tra la razza degli Xenomorfi e questa civiltà avanzata e qui nascono ulteriori domande: se gli Xenomorfi hanno una relazione diretta con gli Ingegneri che, a loro volta, ci hanno creato, allora che relazione ci può essere tra gli Umani e gli Xenomorfi, sono entrambi esperimenti degli Ingegneri e quest’ultimi, nei nostri confronti, sono dei Creatori o dei Distruttori?

GLI XENOMORFI

Stiamo parlando di una missione che si svolge 29 anni prima rispetto a quella di “Alien” e, in aggiunta, ci si rende conto che ciò che viene mostrato nel film differisce in modo alquanto evidente con il mostro alieno che gli spettatori avevano conosciuto nei cinema 33 anni prima. 

Anche qui emerge in maniera evidente la tematica dell’evoluzione biologica di una specie: così come i primi ominidi non assomigliavano per nulla all’Uomo attuale, la stessa cosa vale per gli Xenomorfi e quindi ci rendiamo conto che l’alieno del ’79 era certamente una evoluzione di quelli che si vedono in “Prometheus”.

INGEGNERI E XENOMORFI

“Prometheus” lascerà tante situazioni irrisolte ma certamente su una sembra dare una risposta chiara e forte: se lo xenomorfo del ’79 era mosso unicamente dall’istinto di sopravvivenza (vedremo successivamente che la questione sarà definitivamente esplicitata in “Aliens”), gli Ingegneri invece dimostreranno di agire con lucida cattiveria nel cercare di spazzare via tutti quegli esperimenti che non forniscono i risultati da loro auspicati. 

GLI ANDROIDI

Gli androidi sono un pilastro della saga e sono sempre presenti in tutti i film e in questo David-8 rappresenterà il personaggio verso cui, pian piano, andranno confluendo tutte le sotto-trame del film. Ancora una volta però il suo comportamento farà riflettere sulle parole profetiche di Weyland: David non ha un’anima…

I CLICHE’

Se è vero che il film affronta tematiche che non erano state affatto sviluppate in modo profondo dai quattro film precedenti, altresì è vero che determinati cliché tipici della saga permangono:

  1. La Dott.ssa Shaw sostituisce, nel ruolo di eroina, il tenente Ellen Ripley;
  2. David-8 essendo un androide conferma il ruolo centrale dell’IA all’interno della saga;
  3. Sebbene questa volta la minaccia non si nasconde principalmente all’interno di un’astronave, la stessa è presente nel dedalo di gallerie e caverne facenti parte della struttura che una parte dell’equipaggio esplorerà;
  4. Anche stavolta la curiosità umana porterà a drammatiche conseguenze;
  5. Anche stavolta la “Compagnia” (intendendola come la Weyland Corporation che nei film successivi diventerà la Weyland-Yutani Corp.) si comporterà in modo alquanto discutibile;
  6. Anche qui c’è qualche personaggio che sa molto di più di quello che si può immaginare.

Il film ovviamente prevede una continuazione (“Alien Covenant” appunto) ma già di per se, pur avendo risposto ad alcuni questi e averne creati ulteriori, lascia lo spettatore alquanto disorientato in quanto alle famose tre domande di Weyland non riesce a rispondere in modo del tutto esaudiente.

DA DOVE VENIAMO?

Proprio questa sembra essere la domanda a cui il film cerca di dare una risposta il più chiara possibile anche se, concretamente, se ne ignorano le cause. Se sono stati veramente gli Ingegneri che hanno dato il là all’evoluzione biologica della vita sulla Terra, essi erano davvero riusciti a prevedere e calcolare qualunque modifica possibile a livello genetico?

La risposta è alquanto certa: non è affatto detto che l’Uomo che conosciamo sia davvero la creatura che avevano in mente gli Ingegneri e comunque finché il creato non può costituire una minaccia per il suo creatore va tutto bene ma cosa accade se l’Uomo riesce a creare un “essere” dotato di capacità superiori a se stesso (ricordiamoci delle parole di Weyland alla conferenza TED) e cosa, a sua volta, può succedere all’Uomo se si rivela essere una creatura dotata di talmente tanti talenti da mettere in discussione la superiorità del suo Creatore ossia degli Ingegneri?

Gli riempiremmo d’orgoglio o diventeremmo automaticamente una minaccia?

Perché dovrebbero aver fecondato unicamente la Terra e non centinaia o migliaia di altri pianeti?

QUAL’E’ IL NOSTRO SCOPO?

Ecco l’apice narrativo di tutto il film che non viene completamente svelato ma che per giungere alla risposta completa occorre vedere delle scene tagliate in fase di montaggio dove viene chiarito, una volta per tutte, il ruolo degli Ingegneri e il loro progetto iniziale. Non anticipo nulla, dovete acquistare la versione in bluray per avere la risposta e guardare gli extra.

COSA C’E’ DOPO LA MORTE?

Niente, niente, niente…

 

Per concludere quindi “Prometheus” risulta essere il film decisamente più ambizioso dell’intera saga dove vengono affrontate tematiche universali mai prima prese in considerazione ma nonostante ciò, la pellicola ha un fascino unico che va oltre la guerra tra l’eroina e i mostri a cui eravamo abituati in passato.

Più che essere un film fantascientifico in se, il lavoro di Scott è più evoluzionista, filosofico, spirituale ed universale di qualunque altro film da lui diretto.

 

Nel prossimo articolo affronteremo gli eventi che legano la fine di “Prometheus” all’inizio di “Alien Covenant”.