"Troppo Azzurro" l' edordio di Filippo Barbagallo come attore e regista è un piccolo film ma che traccia perfettamente la deriva di una generazione, soprattutto la deriva del "maschio italiano".


Quasi trent'anni ancora con i genitori, coccolato e protetto quasi avesse ancora 5 anni.
Per tal motivo risulta insicuro, emaciato, balbuziente, pauroso di lasciare quel porto sicuro per costruirsi il proprio nido.
Al contrario della donna che è costretta a mascolinizzarsi perché avverte quasi la necessità biologica dell' indipendenza ed esorta l' uomo al suo ruolo in questa società…


Ma l' uomo sempre più femminilizzato non ne vuole sapere di smettere di poppare dalla tetta di mamma'.


Il film diverte perché il protagonista sembra un giovane Hugh Grant all' italiana con tanto di occhialoni che nascondono affascinanti occhi blù, capelloni arruffati e tic nervosi. Belle anche le scene con il bravo Valerio Mastandrea e in generale la spontaneità della pellicola.
Simpatica la colonna sonora e la scelta della fotografia e dei titoli.

 

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