Twin Peaks

Considero Twin Peaks uno dei momenti più alti e significativi della storia umana, una delle tappe fondamentali dell'evoluzione di Sapiens.

Comparsa delle grandi scimmie; conquista della posizione eretta; organizzazione dei suoni in linguaggio; rivoluzione neolitica; stampa; rivoluzione industriale; Maradona contro l'Inghilterra; i Simpson; internet; Twin Peaks. Tutti momenti epocali, catastrofici, che hanno determinato un punto di svolta, contribuendo a ridefinire lo statuto ontologico della nostra specie.

Soprattutto la terza stagione. E' stata una delle esperienze più belle della mia vita. Come un "ti amo" che ti mangia la faccia. Ho passato serate, notti, giorni interminabili a Twin Peaks, perché io ero lì, ci sono ancora. Non tornerò mai più. Eccomi, sono a casa. Che bellezza. Ed che sorseggia il caffè in silenzio e che è l'uomo più solo del mondo. "Hai da accendere?". Mr Jackpot. Quello straziante e meraviglioso "i'm dying" della Signora Ceppo che mi ha fatto piangere. I fratelli Mitchum. Le ciliegie. Harry Dean Stanton, per sempre. I lunghi lunghissimi silenzi. Tulpa. L'episodio numero 8. I graffi sul cuore. Le cose sospese attese comprese tese. Ogni istante. Audrey che danza. Ogni istantanea. I titoli di coda. "I'm the Fbi". Dougie che torna a casa. Le morti sconfinate di tutti. Il bosco. Le tende. Il tempo che passa e che non passa mai. I dettagli. Il dolore disperato. L'amore esplosivo. La non fine. Qualsiasi altra cosa. Adesso. Ancora. Ancora. Ancora. Poesia. Twin Peaks.