Rosi ha inventato un nuovo stile narrativo per un cinema che prima di lui non esisteva. I suoi film nascevano da ricerche e inchieste sulla realtà del Paese: lavorava sui documenti, su “ciò che era noto”. Ha raccontato il ‘potere’ che corrompe e si corrompe quando si mischia alla criminalità. Il racconto si snoda attraverso i film di Rosi messi in fila non nell’ordine in cui sono stati girati; ma in base alla precedenza storica dei fatti di cronaca che raccontano. In questo modo il documentario non racconta solo il lavoro di Rosi, ma restituisce anche mezzo secolo di storia d’Italia. I suoi film di impegno civile hanno obbligato a riflettere intere generazioni. Ma soprattutto Rosi ha anticipato la narrazione di una democrazia inquinata dalla corruzione fin dalla sua nascita. Ci accompagna in questo viaggio la figlia Carolina ed è Rosi stesso, in frammenti delle sue interviste, a dare senso e intensità al suo cinema. Tanti gli intervistati: magistrati, giornalisti, registi e amici.