Qualcuno si ricorderà di “Pandorum”, il film di fantascienza del 2009 del tedesco Christian Alvart, lavoro che fu alquanto criticato negativamente dalla maggioranza delle testate sebbene, personalmente, mi è sempre apparso un prodotto dignitoso e molto migliore di tanti altri osannati lavori. Lo sceneggiatore di “Pandorum” era Travis Milloy che, nel 2016, produce e dirige questo affascinante “Infinity Chamber”, interpretato dal protagonista Christopher Soren Kelly che avevamo già conosciuto in “The Frame” (recensito su Filmamo). La storia, apparentemente semplice e senza sbocchi narrativi, progressivamente andrà sempre più a mostrarsi complessa, misteriosa ed affascinante: Frank si sveglia, nei panni di un detenuto, all'interno di una camera/cella controllata totalmente da una Intelligenza Artificiale chiamata Howard e la sua memoria è alquanto confusa su quello che è accaduto precedentemente. Sappiamo che è stato catturato dal Governo e imprigionato ma non sappiamo altro: chi è Frank e perché il Governo lo ritiene così pericoloso? Da una parte i suoi ricordi lo riportano all'interno di un bar, dall'altro la realtà lo riporta all'interno della cella da cui è impossibile fuggire (e ci saranno vari tentativi che andranno a vuoto…): cosa realmente stiamo vedendo? Sgomberiamo subito il campo dagli equivoci: no, Frank non è morto, è assolutamente vivo. La storia continuerà, alternativamente, a mostrare due piani narrativi: ciò che accadde al bar e ciò che accade nella cella e sempre più emergeranno piccoli indizi che potrebbero far pensare che… Un più che discreto film di Fantascienza, sconosciuto ai più, che avrebbe meritato maggiore fama. Da vedere senza indugi.Leggi tutto
trama
Un uomo intrappolato in una prigione automatizzata deve superare in astuzia un computer per scappare e cercare di ritrovare la strada verso il mondo esterno che potrebbe essere già stato spazzato via.