Damian Mc Carthy aveva esordito con il buon horror Caveat e continua la sua carriera cinematografica nel mondo dell'horror indie con Oddity, horror gotico che crea atmosfere claustrofobiche dove il concetto di “visione”, della “vista” è cardine nel film.Dani, moglie del dottor Ted, passa molte notti da sola dato che il marito ha turni di notte e da subito il film mostra come la ragazza utilizzi la fotocamera, quindi il discorso delle ottiche, dello sguardo; è infatti tramite la fotocamera che cerca di immortalare presenze paranormali e creare una connessione con la sorella gemella Darcy.Olin, paziente da poco dismesso dal manicomio dove lavora Ted, ha un solo occhio “funzionante”, ma a differenza di Dani lui riesce a vedere qualcuno entrare in casa di notte, Damian Mc Carthy crea un'atmosfera di tensione dove Dani non sa se fidarsi di Olin, se aprire la porta a meno ed è interessante come Dani apre la fessura della porta, ancora il concetto di vista che ritorna, la sequenza termina con uno stacco di montaggio quando Dani sentendo dei rumori si avvicina alla porta, in seguito il film mostrerà tutto l'accaduto della notte.Darcy, gemella di Dani, è cieca, è una sensitiva, toccando gli oggetti riesce a sentire, vedere eventi del passati e collegamenti con le persone interessate, perciò toccando proprio l'occhio “non funzionante” di Olin comprenderà cosa sia accaduto durante la notte e agirà di conseguenza.Ted, uomo di scienza, mostrato sempre come molto convinto di se, non crede minimamente nel paranormale e Mc Carthy lo mostra con gli occhiali, oggetto che per sua definizione è centrale per vedere ma Ted a contrario della gemella Darcy non vede al di la delle sue convinzioni e del resto già Olin con un olo occhio che davvero riesce a vedere aveva visto più in la di Dani eLeggi tutto
Damian Mc Carthy è un regista irlandese che si è formato nella faticosa ma premiante palestra dei corti e dopo l'esordio del 2020 con “Caveat” ritorna nel 2024 con questo “Oddity” che ha vinto premi in vari festival: dal Motelx di Lisbona al prestigioso Overlook Film Festival di New Orleans, dal Galway Film Fleadh di Galway al SXSW Festival di Austin fino al NIFF di Neuchatel. “Oddity” è certamente un gran bel film dove Horror e Thriller riescono a bilanciarsi in modo quasi perfetto e il merito è certamente del regista che è anche autore della sceneggiatura. Gli elementi per realizzare qualcosa di grande tensione ci sono tutti: pochissimi personaggi, una location principale protagonista alla pari degli attori, un mistero da scoprire e degli elementi sovrannaturali che esploderanno al momento opportuno. Più che le performance degli attori (una menzione speciale per Carolyn Bracken, ottima nella parte di entrambe le sorelle Dani e Darcy che hanno delle personalità alquanto differenti), quello che colpisce positivamente è la struttura della sceneggiatura decisamente più orientata al Thriller che non all'Horror in se ma che usando la magione, il buio, una donna sola e la fotocamera riesce a creare un contesto tipicamente orrorifico di ottimo impatto. Non è un lavoro che si regge sugli jumpscare ma occorre dire che nella seconda parte ce ne sono abbastanza e per certi versi Mc Carthy qualcuno poteva anche risparmiarselo e forse avrebbe guadagnato una stella in più.L'atmosfera creata dal regista è comunque di alto livello: c'è tensione psicologica, c'è sangue che scorre, ci sono elementi sovrannaturali ma ancor di più c'è la gestione del tempo: più ci si aspetta lo spavento improvviso e più esso tarda ad arrivare o semplicemente non si presenta affatto ed è qui che la tensione va alle stelle. Lo schema della sceneggiatura miLeggi tutto
trama
Segue una medium cieca che scopre la verità dietro la morte di sua sorella con l'aiuto di uno spaventoso manichino di legno.