In parte thriller, in parte analisi da incubo del divario crescente tra originalità e tecnologia, The Removals immagina dove andremo da qui. Un'agenzia segreta e nefasta cerca di controllare la cultura. Lo fanno mettendo in scena di nascosto riproduzioni di eventi quotidiani e, così facendo, minando l’originalità e l’attualità del momento. La società è quindi lasciata a riflettere su cosa potrebbe essere reale e cosa è falso. L’agenzia utilizza simboli – come i fascisti, come le potenze imperiali del passato – in particolare un cono rosso, per piantare la propria bandiera sul momento. Due agenti, Kathryn e Mason, esausti per il prezzo che ogni trasloco ha comportato, prima in silenzio e poi apertamente, hanno deciso di indebolire l'agenzia. Inquietante, coinvolgente e con una ferocia visiva che richiama alla mente i thriller cerebrali di Shane Carruth, David Lynch o Andrei Tarkovsky, il debutto alla regia di Nicholas Rombes è un nuovo lavoro affascinante e un'analogia appropriata per il wormhole in cui conduce la moderna comunicazione sociale.