Vivere, nonostante la Vita

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Ci sono dèmoni che strisciano nell’ombra, negli anfratti più reconditi delle nostre paure ancestrali.

Forse il più terribile e crudele è la perdita di un figlio, ciò che atterrisce ogni genitore a partire dalla prima volta che ci mettono tra le braccia la nostra promessa di eterno.

Un atto contro natura è il sopravvivere ai propri figli e quando accade…

Fuggi.

Via.

Dal mondo, dalla persona che aveva costruito con te una famiglia semplicemente perché il solo guardare quegli occhi riporta a galla ciò che c’era e che mai più potrà.

E allora

distanza.

Solitudine.

Pranzare allo stesso tavolo, vicini ma sideralmente distanti, senza la forza di sollevare lo sguardo dal piatto.

Ombre.

Di litigi, di abbracci disperatamente cercati e voluti ma le braccia anchilosate non si levano verso l’altro perché l’altro è perso altrove a naufragare nella propria tristezza.

Poi.

Una maglietta azzurra in un mondo grigio, il ricordo di un pallone che rotola nella sua cameretta mentre un sole insolente splende e illumina tutto come fosse normale.

Ci guardiamo, seduti sul letto, con la maglietta come ponte tra il dolore ed i bei ricordi e non sappiamo cosa dire.

La marea della rimembranza si alza, possente, ed è la sola che possa portare un poco di pace…

Il sorriso di lei in una gita fuori porta mentre con la testa fuori dal finestrino sente l’aria sulla faccia.

Il giorno in cui è venuta al mondo e lo ha illuminato con la sua Luce.

Il muro di casa dove una sua pallonata ha tolto l'intonaco e abbiamo verniciato la sfregiatura di azzurro, novello Kintsugi.

Il primo bacio ad un compleanno, le caramelle, l'abbraccio prima di andare a scuola, un saluto e un sorriso meraviglioso.

E qui i fantasmi del dolore ti rincorrono per fermarti, abbracciarti, IMPLORARTI di tornare a casa ma tu, sorridente, continui il tuo cammino ed entri a scuola.

L’ultimo messaggio mentre degli spari a scuola fanno volare via angeli che hanno solo sbirciato una vita che volevano assaporare.

“Se succede qualcosa vi voglio bene”

Poi pioggia, lacrime, grigio, la tua ombra accanto a noi piegati dal dolore.

Un dolore che allontana, che stordisce così tanto da far barcollare; e allora, traballanti, ci urtiamo, alziamo lo sguardo stupiti, ci vediamo e per la prima volta dopo troppo tempo ci riconosciamo.

Sì, ti riconosco, riconosco il viso stanco che si specchia nei miei occhi e, pieni di un amore devastato, ci stringiamo in un abbraccio che finalmente scioglie un dolore grigio, freddo, annichilente che una maglietta azzurra ha trasfigurato.

 

Un disegno bellissimo, grezzo, vibrante che tratteggia rapido una tragedia rendendola Poesia, senza scadere nel patetismo ma facendoci immergere in una vita familiare che potrebbe essere la nostra.

Comprendere che ogni singolo attimo passato insieme ai nostri cari è un patrimonio ed un Miracolo che, molte volte, non siamo in grado di cogliere ed apprezzare fino in fondo.

La Vita è una meravigliosa avventura, cerchiamo di spenderla con chi amiamo.

Tutto il resto è scenografia posticcia.