Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

Scream and Die!

(Film, 1973)

Giallo-horror diretto e messo in scena benissimo da Larraz che tramite la cura estetica, la forza visiva, riesce a regalare tensione e atmosfera.
Valerie è una giovane modelle che assiste ad un omicidio insieme al suo ragazzo Terry, ma mentre questa riesce a fuggire il suo ragazzo resterà disperso, tra ansie, l'assassino che mostra di conoscere dove abita Valerie, questa incontrerà e si innamorerà di Paul, il quale insieme alla sua “zia” disegna e confezione maschere, il che già è tutto un dire visto l'oggetto in questione e ciò che significa, in più, marchio di fabbrica di Larraz, Paul e la zia hanno un alquanto rapporto inquietantemente morboso.
Le influenze baviane si notano, è sempre un bel vedere, molti i blu, viola e rossi che abbelliscono la messa in scena, la fotografia e riescono a creare atmosfera.
La fuga iniziale di Valerie di notte, con la fotografia tutta sul blu, la ragazza nella discarica delle auto tra la nebbia regala una sequenza ottima.

Il blu è un colore molto presente nel film, Larraz lo inserisce per creare inquietudine, sono ottime le molte scene in notturna, bellissima e atmosferica la sequenza dove Valerie sale le scale e la macchina da presa con un lento movimenti di macchina va indietro fino a mostrare l'ingresso di un uomo.

Non mancano le soggettive tipiche del genere, il killer che avanza ma anche la stessa Valerie che di nascosto ad inizio film osserva l'omicidio anche se non riesce a vedere, capire chi sia il killer.
Interessante come Valerie, modella, viene fotografata, le sue immagini sono inserite negli album, dunque è una ragazza in “vista” concetto, quello della vista, del vedere, richiamato proprio dalle soggettive da Valerie che ha visto si l'omicidio ma non l'assassino.

L'eccentrico nuovo vicino Horby, ha un'aura inquietante, alleva piccioni, la regia di Larraz li mostra dapprima svolazzare ma successivamente regala diversi dettagli degli uccelli in gabbia a simboleggiare come Valierie si intrappolata in una storia di sangue.
Lo stesso Paul, nella sua casa, ha un canarino in gabbia, sempre a rimarcare la condizione della protagonista.
Il terzo atto è bellissimo, Valerie visto tutto ciò che accade decide di andare via di casa, dunque tornerà nella casa di inizio film, a sua insaputa dato che era notte e non ricorda bene il luogo dell'omicidio.

Larraz qui da sfoggio di ottima qualità visiva, i rimandi a Bava sono molteplici, blu, rossi, viola a mescolarsi nelle scene.

Il dettaglio del Leopardo fa capire a Valerie che la casa è la stessa dell'omicidio iniziale, la fotografa è sul blu, inquietante, la sequenza della protagonista che sale le scale accompagnata dal movimenti di macchina con l'onnipresente colore blu che si mescola con i rossi è altamente atmosferica.
La comparsa della zia di Paul, in fondo al corridoio, con quella fotografia blu misto viola con ormai i rossi presenti dato che Valerie ormai sta scoprendo le vittime precedente e l'entità del killer, la scena è grandiosa e impattante.
E' ottima anche la scena nel finale di Paul seduto con il guanto di pelle avvolto da una luce sul viola ad immortalare il momento.
Giallo-horror dalle ottime atmosfere che più che tramite la narrazione ed i personaggi in se, parla tramite le immagini, le sequenze che Larraz dimostra di saper trasporre per far funzionare il genere e le sue dinamiche.