Recensione di   Balkan Castevet Balkan Castevet

The Forbidden Play

(Film, 2023)

The Forbidden Play, horror diretto da Nakata, riprende alcuni aspetti e tematiche care al regista e di fatto la messa in scena di base è buona, ci sono bei momenti e la regia vira anche su toni camp che di fatto distruggono un po' l'atmosfera, gli effetti non hanno la giusta resa e il film più che a inquietare sembra puntare più del divertire e nell'intrattenere, specialmente nel terzo atto, con risultati non sempre vincenti.

Nakata cerca di tornare ai gloriosi fasti di un tempo mettendo in scena un film di fantasmi dove ci sono rimandi al suo Ringu ma anche a Dark Water.
Il film infatti racconta di Hiroko, ragazza che deve affermarsi in ambito lavorativo, con anche molestie in ufficio e qui Nakata ancora una volta pone l'accento su una società e su un trattamento ancora dispari nei confronti del genere femminile dove il maschilismo è invece ancora dominante in certi ambiti della società.

Hiroko è innamorata del collegato, di rango più alto, Naoto che a sua volta è sposato e ha anche un figlio.

Nakata mostra come Naoto abbia anche tradito la moglie, quindi racconta di una famiglia dove non è tutto rosa e fiori, come sempre nel cinema di Nakata.

Miyuki, la moglie di Naoto, sarà il fantasma del film in quanto incanalerà l'odio, il rancore per il tradimento, la paura di perdere il marito scagliandosi contro Hiroko.
Tutto ciò, ovviamente, avrà conseguenze anche su Haruto, il figlio di Miyuki e Naoto, che farà di tutto pur di non perdere la madre. I legami familiari, le famiglie spezzate, l'abbandono, il rimanere soli per Nakata sono tutto.

Sadako nel suo Ringu era una bambina abbandonata, lanciata dentro un pozzo e da li la sua vendetta; anche Miyuki è un'orfana, nel film si scoprirà le tragiche origini delle madre, perciò il film le dona dei poteri che a sua volta andranno anche al figlio Haruto.

In Dark Water il villain, il fantasma, non voleva altro che una madre, anche la bambina era stata abbandonata e qui per Haruto vale lo stesso, non vuole altro che sua madre.
Il film funziona quando la regia di Nakata mostra il fantasma alle spalle di Hiroko in diversi momenti, la regia ha bei movimenti di macchina fluidi che a volte scandiscono anche la tensione e la messa in scena è curata e con momenti visivi belli da vedere, i verdi negli esterni tra i rami degli alberi, gli interni su toni grigio-neri della casa dei medium esteticamente ha una gran resa ma anche i toni bluastri spettrali presenti specialmente nella casa di Naoto nel terzo atto sono buoni e danno atmosfera.
L'espediente della lucertola è carino, Naoto seppellisce la coda di una lucertola e successivamente si vedrà rinascere da terra una lucertola viva intera, anticipando cosa accadrà.

Il dettaglio del dito di Miyuki con lo smalto arancio che rivedremo nella sua mano cadaverica lo stesso ha il suo bell'effetto.

Il film, come fu per Ringu, si incentra molto sulla ricerca, Hiroko vorrà capire costa sta succedendo, se è vittima di una maledizione e quando analizza il video al pc dove vede dei dettagli paranormali ricorda proprio Ringu.

Va scritto che l'atmosfera non è paragonabile, Ringu giocava totalmente su un altro livello, qui non c'è quella perenne sensazione di inquietudine.

Anche sul come viene mostrato l'orrore, Nakata in questo film punta quasi più su un aspetto ludico, non c'è una fortissima ricerca nel dilatare i tempi, alcuni momenti sono diretti e soprattutto il fantasma è piuttosto sovraesposto specialmente nel terzo atto.

Di fatto nel finale la creature si vedrà molto, attaccherà, correrà e quando si va un po' sul versante action per forza di cose l'atmosfera viene meno, presumo che l'effetto camp sia anche voluto, però vedere una creatura fantasma impugnare un'ascia sposta tutto sul lato del divertimento più che sull'inqueitare. Ok sarà voluto però perchè non optare più sull'atmosfera? Probabilmente il film non aveva la giusta resa e forza espressiva per reggere livelli inquietanti fino in fondo.
Quando vengono mostrati gli effetti speciali, come gli occhi che si rigirano la resa lo stesso non è buona, anche la trasformazione di Miyuki sa quasi di anime più che di film, anche successivamente l'aura attorno a Naoto e alla stessa Myuki ha una cgi piuttosto scadente.

Nei film migliori di Nakata non c'è mai un vero happy ending e lo “scontro” finale più che sul lato fisico è determinato dalle scelte, in questo caso la lotta fisica è troppo sovraesposta ma comunque concettualmente il power up di Haruto ha il suo senso, vuole le madre ad ogni costo e in qualsiasi versione peccato per la resa visiva.

Anche dopo tutto lo scontro Nakata lascerà una sensazione di inquietudine con Naoto in ginocchio, nella stessa posa di Haruto, a rilasciare dei sinistri poteri, ancora una volta da una perdita vengono fuori poteri con derive malvagie.

 

A Nakata gli voglio bene per quello che ha dato al cinema e all'horror però sono diversi anni ormai che non gira un film davvero buono, The forbidden play ha palesi difetti di resa visiva e se è vero che comunque può divertire non ho gradito molto la gestione camp e quasi action del finale.

Anche perchè, a questo punto tanto valeva optare molto di più sulla brutalità e sul sangue e sotto quest'aspetto ci sono alcune scene anche buone, tipo la suora scaraventata dalle scale presa di spalle ma in diversi momenti, come scritto, sembra quasi un anime per come è gestito con una resa visiva in quei frangenti non buona.

Gli do sei stelle perchè  non ci sono mezzi voti e alla fine comunque ha le sue tematiche, i suoi momenti visivi e perchè spero che Nakata possa tornare a dirigere in film pienamente compiuto che soddisfi fino in fondo.