Random reviews

Recensione di   Claudia Calcagno Claudia Calcagno

Holy Spider

(Film, 2022)

Ho recuperato questa sera, a distanza di due anni e grazie a Rai play, il film e a caldo volevo condividere l'enorme inquietudine che mi ha trasmesso. Un film necessario ma crudo e, a mio personale avviso, un vero e proprio horror. Io mi sono sentita catapultata praticamente subito in un vero e proprio inferno, abitato praticamente solo da demoni, e la giornalista è stata la mia Virgilio. Io ho letto solo dopo dei fatti reali che sono stati usati per scrivere il film, ma in ogni caso sono, a mio avviso, un pretesto per raccontare una società che mi ha fatto davvero, nella sua interezza, un enorme paura. Ancora angosciata, gli unici sospiri di sollievo l'ho avuti in due punti (SPOILER) : alla non morte di lei, dato che mi ero già arresa al nichilismo e avevo pensato “ora muore pure questa”, e alla effettiva esecuzione, così a sorpresa e catartica.Le ultime scene del film, coi filmini delle interviste della giornalista al figlio del Ragno Santo, mi hanno però risprofondato nell'abisso.

Recensione di   Alessandro Castrini Alessandro Castrini

The Wolf of Wall Street

(Film, 2013)

Sceneggiatura 7.5/10Regia 8/10Attori 9/10Fotografia 8+/10Scenografia effetti visivi 7/10Trucco, acconciature, costumi 7/10Suoni e colonna sonora 7/10

Recensione di   roberto caione roberto caione

Oppenheimer

(Film, 2023)

Nel 1955 Richard Feynman tenne un discorso su “Il valore della scienza”. Esordì con un proverbio buddista che aveva appreso durante un viaggio a Honolulu:“Ad ogni uomo viene data la chiave delle porte del paradiso; la stessa chiave apre le porte dell’inferno”. Potrebbe essere questa la sintesi estrema di un capolavoro cinematografico che indubbiamente ha riportato all’attenzione mondiale una discussione spinosa dal punto di vista etico e morale. Il focus principale del film è stato il processo ad Oppenheimer, il capo del progetto Manhattan, non l’inventore della bomba atomica. Alla luce di questo non è difficile capire come la narrazione storica di un fatto realmente accaduto sia stata l’occasione d’oro per processare ancora una volta la scienza e le sue responsabilità tecniche e politiche. Dal momento che è veramente difficile trovare dei difetti in questo capolavoro cinematografico, dal momento che non sono un esperto di cinema o di storia e considerando che ormai tutti hanno recensito Oppenheimer, mi limiterò ad esprimere 3 considerazioni di carattere personale. Iniziamo proprio da Feynman. Nel 1955 erano passati 10 anni dallo sgancio delle due bombe, il pubblico riunitosi per ascoltare il futuro premio Nobel (1965) aveva di fronte una personalità molto più matura rispetto al giovane genio; ingaggiato nel progetto Manhattan prima ancora di prendere una laurea, lui stesso si definì un “signor nessuno” per poi divenire un punto di riferimento come pochi. Un cambio di prospettiva che non ha interessato solo le menti più giovani e ferventi del progetto. Chi lo ha capito con il Trinity Test, chi ne ha avuto la conferma con Hiroshima, chi la certezza con Nagasaki, tutti erano consapevoli che era iniziata una nuova epoca ed era necessario prendere una posizione netta. Non c’era più un Hitler da battere sul tempo, ma un’umanità da salvaguardare. È facile capire chi

Recensione di   Witchcatcher Witchcatcher

Martyrs

(Film, 2008)

Recuperato di recente, anche perchè avevo visto prima il remake, purtroppo e avevo deciso di non guardare l'originale. Fortunatamente l'ho fatto, regalandomi un grandissimo pezzo di cinema, imperdibile. La sofferenza e le torture in scena, insieme al cinismo più feroce. Shock

Recensione di   La Prof Dell' Horror La Prof Dell' Horror

Braccato

La calma, gioiosa nella serenità di un pettirosso che canta la sua libertà. Tanto anelata e tanto cercata. La sete di potere, la distruzione nella caccia alla preda designata. Come le ali che si spiegano in volo, come l'imponente aquila inquadrata all'inizio di questo corto, pronta e raccontarci la sua simbologia in un breve attimo di supremazia.Un ragazzo, in trappola, perso in una circostanza disperata, è alla ricerca di quella libertà smarrita, ma tanto bramata. Avvinghiata a quelle manette, smania per trovare una via d'uscita, una qualsiasi occasione per mettersi in salvo da quell'orrida situazione. Occhi spauriti ma nervi d'acciaio, una fugace speranza dipinge l'opportunità di uscire da quel grosso guaio. Non rimane altro che afferrarla e tentare la fuga, tra spari, corse perdifiato, e una valigetta da un contenuto subodorato, mai realmente svelato.Nico è un ladruncolo, in viaggio dentro una volante. Di certo non avrebbe sospettato di finire tra le grinfie della giustizia, e tanto meno avrebbe immaginato di trovarsi tra il classico poliziotto buono, Ștefănescu (Eugen Neagu), e poliziotto cattivo. Uno dei due agenti ha adocchiato la preziosa valigetta del trafficante, affidatagli dal boss Don Vitaliano (Antonio Tentori), ed è disposto a qualunque cosa pur di impossessarsene. David White è decisamente antipatico e irritante nel ruolo di Jack, tifare per Nico è inevitabile.Una risata, e un urlo non ci svelano del tutto la verità, lasciando alla nostra immaginazione qualsivoglia supposizione. Io, personalmente, tendo sempre a vedere il bicchiere mezzo vuoto, quindi, mi son detta che forse la vita è un po' burlona, e talvolta, si diverte a mettere chiunque in situazioni pericolose, lasciandolo poi con un pugno di mosche in mano. Tuttavia, è una mia personale interpretazione, che non trova conferma o negazione.Eugen Neagu ci racconta questa corsa verso la salvezza e un nuovo inizio con una regia

Recensione di   Stefano Stefano

Don't Look Up

(Film, 2021)

un filmetto. con gran cast.. sprecato. io l'ho visto per caso (pecoronismo netflixiano + il cast).. perchè se ne parla tanto?mah...cerchiobottista...ben studiato per creare hype probabilmente

Recensione di   Marissa P. Marissa P.

Jesus Christ Superstar

(Film, 1973)

“JESUS CHRIST SUPERSTAR” è un capolavoro del musical che ha segnato un'epoca, fondendo in modo innovativo la musica rock con la narrazione biblica. Basato sul musical di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, il film offre una reinterpretazione unica degli ultimi giorni di Gesù, vista attraverso gli occhi di Giuda Iscariota.Trama e TemiLa storia è centrata sulla figura di Gesù, interpretato da Ted Neeley, e sul conflitto interiore di Giuda, interpretato da Carl Anderson. Mentre Gesù attira seguaci e cresce in popolarità, Giuda esprime preoccupazioni riguardo al culto crescente attorno al suo amico, temendo che questa venerazione possa portare a conseguenze disastrose. Il film esplora temi complessi come la fama, il sacrificio, la tradizione e il tradimento, offrendo una riflessione profonda su questioni universali.La narrazione è dinamica e coinvolgente, con una struttura che alterna momenti drammatici a pezzi musicali che trasmettono emozioni forti. La relazione tra Gesù e Giuda è al centro del film, e la tensione tra i due personaggi è palpabile, rendendo Giuda non solo un traditore, ma un uomo tormentato dalla sua lealtà e dalle sue convinzioni.Musica e PerformanceLa colonna sonora è uno dei punti di forza del film. Le canzoni, scritte da Webber e Rice, spaziano da brani potenti come "Superstar" e "I Don’t Know How to Love Him" a momenti più delicati e riflessivi. Ogni numero musicale è perfettamente integrato nella narrazione, con melodie memorabili che rimangono impresse nella mente dello spettatore.Le performance sono eccezionali. Ted Neeley offre un’interpretazione carismatica e intensa di Gesù, portando con sé un’umanità palpabile. Carl Anderson, nel ruolo di Giuda, è semplicemente straordinario, con una voce potente che trasmette il conflitto interiore del personaggio. La chimica tra i due attori è coinvolgente, e le loro interazioni sullo schermo sono cariche di tensione emotiva.Regia e ProduzioneLa regia di Jewison è audace

Recensione di   Una Poltrona Per Due Una Poltrona Per Due

Un tranquillo weekend di paura

(Film, 1972)

Uno scontro tra natura e civiltà, tra cultura e spontaneità, tra razionalità e violenza, il film di John Boorman del 1972 – cinquant’anni portati benissimo – è tutto questo e molto di più. Prima che la costruzione di una diga inondi tutta una zona della Georgia, quattro amici provenienti da Atlanta, Lewis (Burt Reynolds), Ed (Jon Voight), Bobby (Ned Beatty) e Drew (Ronny Cox), decidono di navigare il fiume in canoa per un’ultima volta. Mal gliene incolse perché l’allegra scampagnata si trasforma, nel volgere di poche ore, in un e vero e proprio incubo.

Recensione di   Funghettidraghetti Funghettidraghetti

War - La guerra desiderata

(Film, 2022)

Purtroppo, soprattutto per il cast che mi piace molto, male male. Già dai primi momenti del film ho avuto la sensazione che questo cercasse, senza riuscirci, di ricalcare i grandi classici d'autore italiani: peccato che manchi totalmente di anima. Il protagonista dovrebbe essere, credo nelle intenzioni del regista, come un personaggio di Antonioni, ma da impotente diventa inutile; trama che sta nel mezzo tra le trame classiche e quelle post-moderne, ma devo dire soprattutto col finale risulta insapore. La regia diventa buona in qualche scena, come quella della festa clandestina, mentre ho trovato grottesca la citazione, che mi è sembrata lampante, a Apocalipse Now nella scena della sauna. Insomma un film che vorrebbe essere ma che non è: prova ad essere intelletuale ma ne ha solo la forma, neanche troppo definita.

Recensione di   Stefano De Rosa Stefano De Rosa

La zona d'interesse

La sensazione più ricorrente che ho provato durante la visione di questo capolavoro è stata quelli di un profondo, profondissimo fastidio che mi sono portato a casa e che continua a stare con me. Obiettivo di Glazer è proprio questo: infondere, radicare in noi una insopportabile sensazione di fastidio…” perché è successo tutto questo? perché sta succedendo ancora?” Quella stessa sensazione di fastidio che si prova guardando la celeberrima scena della spiaggia in UNDER THE SKIN (che ad oggi per me rimane insuperata per livelli di tensione, angoscia e pathos) e anche lì ci chiediamo perché? perché non fa niente? domanda che automaticamente ci viene da ribaltare su tutti noi…perché non facciamo niente? E Glazer vuole che questo fastidio ce lo portiamo a casa…la musica straniante di Mica Levi (immensa anche in UTS) con cui inizia film ritorna dopo l’ultima immagine, come monito incessante… La poetica di Glazer si basa sui contrasti, sugli opposti, che stimolano, attivano la reazione dello spettatore che è portato a farsi mille domande sulla natura umana, sulla solidarietà, sulla mancanza di solidarietà, sull’amore, sull’odio, sulla solitudine (Höss in fondo è un uomo solo, solissimo), sulla morte…Contrasti ce n’erano tantissimi in UTS e ce ne sono ancora di più in TZOI, come:la doccia della piscina che perde acqua (simbolo di vita) che richiama le “docce” delle camere a gas;stesso discorso per le api che favoriscono la vita riprese sui fiori coltivati con la cenere dei prigionieri morti;e per la cenere nell’acqua del fiume;e per i girasoli e i crisantemi;la vite che copre il muro…nel Vangelo la chiesa d'Israele è paragonata alla vigna nella quale Gesù rappresenta la vite;la camera termica che nel freddo della notte riprende l’animo caldo della ragazza polacca;subito dopo sempre Alexandra suona al pianoforte le note che ha trovato su un pezzo di

Recensione di   Giovanni Varuni Giovanni Varuni

Siccità

(Film, 2022)

Bello nella intenzione di sensibilizzare ad una condizione idrica che rischiamo di vivere sul serio. Tuttavia, il film è lento e senza trama.

Recensione di   Deborah Deborah

Wolfs - Lupi solitari

(Film, 2024)

I honestly start watching thinking I would be bored. Judging by the trailer it could've gone either way but I never got bored. This is a great short story that allows Brad Pitt and George Clooney to just be the good friends that work really well together to have fun together. They have a lot of great moments where the natural banter of two of this generations best actors shine. The director allowed them to flex their strengths, and gave them the opportunity to do it. There are also powerful silent moments that we are all familiar with, where we can almost hear their inner thoughts. I think, these were the most captivating moments in the film. THIS FILM DIDN'T DISAPPOINT!!

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Diego Cineriflessi SGUARDI DAL MONDO: PAOLO SORRENTINO

SGUARDI DAL MONDO: PAOLO SORRENTINO

È il regista italiano più amato negli Stati Uniti, spesso considerato unico erde di Fellini per il suo stile personale e per la sua capacità di raccontare ed inserire personaggi inusuali nei suoi film. L'esordio nel lungometraggio avviane nel 2001 con L'uomo in più, prima opera ambientata nella sua Napoli. Già da questa pellicola si possono notare alcuni tratti di quella che sarà la sua poetica: su tutto l'amore per i perdenti. I due protagonisti sono infatti uomini che da un momento all'altro perdono la fama e i soldi. Nonostante l'omonimia, ma un carattere profondamente diverso, il destino li porta comunque a un'inutilita sociale senza speranza. Già con l'opera seconda arriva il concorso a Cannes. Le conseguenze dell'amore ottiene ottime recensioni e consacra Sorrentino ad autore da tenere d'occhio. Sempre col sodale Toni Servillo, racconta la storia di un uomo che vive isolato in un albergo del Canton Ticino praticanente senza contatti umani. Regia asciutta, recitazione in sottrazione e importanza fondamentale dell'ambientazione sono altre caratteristiche che si impongono nel suo stile. Con L'amico di famiglia, seconda volta in concorso a Cannes, arriva il primo stop. La storia di un brutto strozzino che si presenta a casa delle vittime come l'amico di famiglia fatica, nonostante l'ennesimo protagonista reietto del mondo. Il brutto è ovunque nella società e l'ambientazione nuovamente asettica dell'Agro Pontino accentua la crudele mediocrità della vita. Decisamente snobbato all'epoca resta comunque un'opera da riscoprire. Con Il divo arriva il Premio della Giuria a Cannes e l'attenzione degli Stati Uniti dove il film approda agli Oscar con la candidatura al miglior trucco. Sorrentino per la prima volta si veste da fustigatore dei potenti e gira un'opera su Giulio Andreotti e la sua pesante presenza nella politica italiana degli anni Novanta tra il tentativo di farsi eleggere Presidente della Repubblica e

Cinemaserietv MIGLIORI BUDDY MOVIES

MIGLIORI BUDDY MOVIES

Storie di compagni di viaggio uniti dalle circostanze più strane e trasformati in alleati inseparabili: i buddy movies hanno scritto la storia del cinema fin dalle loro origini - negli anni ‘20 con Stanlio e Ollio - grazie al loro mix unico di intrattenimento ed emozione. Particolarmente orientato alla commedia e all'azione, è un tipo di racconto che, al di là delle caratteristiche dei suoi protagonisti, si basa essenzialmente sull'incontro tra due modi di essere tanto distanti quanto, alla fine, complementari. Il più delle volte, siamo più interessati al fatto che finiscano per capirsi prima di risolvere i conflitti in cui si ritrovano. Perché nei buddy movie l'amicizia è più importante del mistero, l'abbraccio finale più dei colpi di scena, la comprensione reciproca più dei dubbi. Scopriamo insieme quali sono i migliori buddy movies da vedere in streaming, in occasione dell’uscita su Apple TV+ dell’ultima proposta del genere: Wolfs, con George Clooney e Brad Pitt protagonisti. Superbad (2007)Al di là delle considerazioni narrative ed estetiche, la chiave di ogni buddy movie è il riuscire a trasformare l'amicizia in un altro protagonista: questo è esattamente ciò che fa Superbad. Film “di maturità” per eccellenza, segue due migliori amici prossimi al college, Evan e Seth, che passeranno una delle loro ultime notti da liceali all’insegna del caos totale. Diretto da Judd Apatow, noto per successi come 40 anni vergine e Molto incinta, il film vanta un cast di supporto esilarante - tra cui spicca una giovanissima Emma Stone - e un trio di protagonisti indimenticabili: Jonah Hill, Michael Cera e Christopher Mintz-Plass, decisamente la forza dell’intera narrazione. Raramente l'amicizia tra alcuni ragazzi che fanno della loro aura di perdenti la migliore scusa per essere speciali è stata descritta con tale successo, grazia, arguzia e delicatezza come in questo gioiellino. Hot Fuzz (2007)Altro

Rael70 N.12 - LA SAGA DI

N.12 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 3 DI 15: PROMETHEUS).

Come abbiamo visto nel precedente articolo, l’uscita di “Prometheus” era stata anticipata da ben 4 corti che avevano il preciso scopo di indirizzare gli spettatori all’interno del contesto che avrebbero vissuto nel film: un magnate con ambizioni smisurate, una archeologa speranzosa di realizzare il proprio desiderio (trovare le origini dell’Umanità), un androide che incarnava lo Stato dell’Arte dell’IA (e ricordiamo che ci troviamo ben 40 anni prima della nuova generazione degli androidi che avevamo visto nell'Alien originale).All’epoca i fans della saga si attendevano un vero e proprio prequel di “Alien” ossia scoprire quali erano stati gli eventi accaduti nel pianeta LV-426 che avevano determinato l’invio del segnale di soccorso che stava alla base dell’incipit del film capostipite.Scott, fin dall’anno precedente all’uscita, raggelò tutti quanti: “Prometheus” non costituiva il prequel dell’“Alien” del ’79 ma si spingeva ben prima della storia originale, andando a toccare argomenti quali le origini dell’Umanità e lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.Scott parlò subito di una trilogia (che poteva anche diventare tetra) di film che avrebbero indagato a fondo sulle origini della specie degli Xenomorfi e, nel farlo, ci si sarebbe imbattuti anche nelle origini dell’Umanità.Da sx: Guy Pearce, Michael Fassbender, Charlize Theron, Noomi Rapace, Rydley Scott e Logan Marshall-Green La delusione dei fans fu pertanto notevole poiché il film avrebbe trattato delle tematiche che nulla o quasi avevano a che fare con i primi 4 film (e in special modo con l’Alien originale); ciò nonostante la curiosità fu talmente alta che, alla fine dei giochi, “Prometheus” risulterà il film della saga con il maggiore incasso (400 milioni di $). Quello che vi ho tenuto nascosto nel precedente articolo è che i 4 corti non si riferiscono allo stesso periodo temporale: dalla conferenza TED del 2023 da parte di Peter Weyland occorre fare un salto di 54 anni per

Francesca Arca 10 INCONGRUENZE DI DOPPIAGGIO IN

10 INCONGRUENZE DI DOPPIAGGIO IN "FRIENDS" CHE (FORSE) NON CONOSCI

Friends, la fortunata sitcom statunitense creata da David Crane e Marta Kauffman è stata una delle comedy series più amate nel suo genere. Vanta infatti numerosi premi e l’affetto costante degli appassionati anche a distanza di vent'anni dal suo ultimo episodio. Innovativa da molti punti di vista, Friends ha saputo anticipare temi importanti che, benché trattati in modi adeguati al sentire degli anni ’90 del vecchio millennio, restano ancora di stretta attualità a ben trent'anni anni di distanza dalla prima messa in onda. E oggi come allora quegli stessi temi (famiglie omogenitoriali, identità di genere, maternità surrogata… solo per citarne alcuni) non mancano di creare polemiche e dibattito sebbene con motivazioni diametralmente opposte rispetto all'origine. Se infatti all'epoca alcuni argomenti furono trovati fuori luogo e troppo anticipatori per una sitcom dedicata ad un pubblico giovanile, a qualche decennio di distanza il giudizio delle nuove generazioni è piuttosto severo riguardo alle modalità con cui certe situazioni vengono affrontate. Ad ogni modo le curiosità sulla serie sono davvero tante e in questo articolo vogliamo soffermarci sulle differenze tra la versione originale e la trasposizione italiana della stessa. In Italia Friends venne trasmessa in chiaro dalla Rai. Del doppiaggio si occupò la CDC Sefit Group che scelse degli interpreti in grado di caratterizzare al meglio i personaggi. Tra i doppiatori ricordiamo Vittorio De Angelis scomparso prematuramente qualche anno fa, che diede magistralmente voce al personaggio di Joey.Come però sempre accade negli adattamenti, ci sono delle discrepanze tra le versioni originali e quelle doppiate: anche Friends non fa eccezione. Iniziamo col dire che l’adattamento italiano è leggermente più edulcorato dell’originale, con meno parolacce e meno battute sessualmente esplicite. Sono inoltre stati eliminati in molte occasioni i riferimenti a brand commerciali o del tutto modificati quelli a personaggi famosi, sostituendoli con nomi più conosciuti al

Rael70 N.11 - LA SAGA DI

N.11 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 2 DI 15: PETER WEYLAND E IL PRE-PROMETHEUS).

Nel primo articolo abbiamo esaminato la cronologia cinematografica della saga, dalle origini (Alien) fino all’ultimo lungometraggio rilasciato quest’anno (Alien Romulus) ma, per una buona parte di queste saghe distribuite su vari film, l’inizio della narrazione non sempre corrisponde all’esordio sul grande schermo.Solo per fare alcuni esempi, “Star Wars” inizia con “Guerre Stellari” successivamente rinominato “Episodio IV: una nuova speranza” mentre l’inizio della storia è, come tutti sanno, “Episodio I: la minaccia fantasma” uscito ben 22 anni dopo il film d'esordio del 1977 ed anche per la saga di “Predator”, che approda al cinema nel 1987 con il film omonimo con Schwarzenegger, per risalire all’inizio di tutto occorre attendere il quinto film “Prey” uscito ben 35 anni dopo. Quanto scritto vale ancor di più per la saga che stiamo esaminando: la storia di “Alien”, narrativamente parlando, si dipana per 358 anni (a tutt’oggi) e pertanto si avrebbe l’imbarazzo della scelta nel girare film, corti, creare videogiochi e scrivere romanzi per narrare un così ampio periodo temporale! Occorre quindi fare una scelta: esaminare il tutto rispettando l’ordine cronologico narrativo o quello cinematografico? Prima di procedere occorre stabilire con chiarezza le due grandi strade narrative della saga (che a tutt’oggi non si sono ancora unite). Da una parte la prevista trilogia prequel di Scott, iniziata con “Prometheus”, continuata con “Alien Covenant” e, attualmente, messa in pausa in attesa della terza e ultima fatica che dovrebbe legare, per sempre, i tre film all’”Alien” originale; purtroppo bisognerà fare i conti con la realtà e per un regista che ha 88 anni non sarà così facile trovare il tempo e le forze per terminare il suo progetto. Gli argomenti che caratterizzano i primi due prequel spiazzano lo spettatore se la sua visione rispetta l’ordine cronologico di uscita: il tema biologico-genetico assume una importanza fondamentale così come

Rael70 N.10 - LA SAGA DI

N.10 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 1 DI 15: PREFAZIONE).

Sono tante le saghe che hanno fatto la Storia del Cinema: da “Il Signore degli Anelli” a “Ritorno al Futuro”, da “Star Wars” ad “Indiana Jones”, da “Mad Max” a “Matrix” e si potrebbe continuare ancora.La maggior parte di esse, sostanzialmente, vantano due universi narrativi: quello strettamente cinematografico e quello definito “esteso” oppure “espanso” dove alla storia mostrata sul grande schermo si aggiunge (o a volte si affianca) la narrazione letteraria (vedasi libri e/o fumetti) o relativa ad altri media (corti, videogiochi o serie tv).La saga di “Alien” (alla pari di quella Lucasiana di “Star Wars”) rientra proprio in questa categoria: a tutt’oggi sono stati girati 7 film, a partire da “Alien” del 1979 fino ad arrivare ad “Alien Romulus” del 2024 ma ci sono svariati libri, corti e videogiochi che devono essere aggiunti poiché cercano di ampliare la storia e di coprire eventuali linee temporali che non sono state oggetto dei lungometraggi.Da qui nasce il concetto di “canone o canonico”: l’insieme di tutte le storie che sono “certificate” come ufficiali (dalla produzione o dal regista o dallo sceneggiatore) e che contribuiscono, tutte insieme, a creare il cosiddetto “universo narrativo” della saga; ne consegue che le storie “canoniche” non devono entrare in conflitto tra loro od opporsi logicamente e narrativamente con la storia principale pena il non riconoscimento dello status.Occorre dire, per trasparenza, che spesso il canone di una saga viene stravolto (vedasi quello di “Star Wars”) da esigenze commerciali o da decisi cambi nella produzione e nell’orientamento della storia: ne consegue che romanzi che venivano considerati canonici, all’improvviso diventano “legends” ossia storie che non hanno più una forte aderenza con la narrazione principale ma vengono considerate leggende ossia racconti che possono contenere qualche elemento di verità ma che, concretamente, non sono mai accadute realmente all’interno della struttura narrativa principale.Girovagando

Rael70 N.9 - LA MAESTRIA NEL CORTOMETRAGGIO:

N.9 - LA MAESTRIA NEL CORTOMETRAGGIO: "CURVE" DI TIM EGAN.

Nel 2016 il mondo dei corti viene travolto da un fenomeno virale: esce “Curve” del regista australiano Tim Egan il cui video, in pochi mesi, raggiunge i 10 milioni di visualizzazioni. Come se non bastasse, nei vari festival in cui viene presentato, “Curve” accumula vittorie su vittorie: vince lo Sitges Festival, l'Austin Fantastic Fest, il Thess International Short Film Festival di Salonicco, il Made in Melbourne Festival, il Knoxville Horror Film Fest, il Sidney Underground Film Festival e l'iHorror Film Festival nel 2017. “Curve” è un fulgido esempio di come si possa costruire altissima tensione senza nessun jumpscare, senza mostri e senza violenza. Basandosi su l'interpretazione della sola Laura Jane Turner che impersona una donna sull'orlo di un particolare precipizio, il film è una rappresentazione visiva di un sogno che, più o meno, abbiamo fatto tutti nella Vita e tale esperienza si è più volte ripresentata: svegliarci di colpo con la netta sensazione di stare precipitando nel vuoto nonostante siamo perfettamente distesi sul letto. Tim Egan, a questo sogno ricorrente, ha abbinato anche l'esperienza in cui, per miracolo, ha evitato di essere investito da un auto: è riuscito a scansarsi all'ultimo momento ed è caduto a terra semincosciente con gli occhi che potevano vedere solamente il cielo; nonostante avesse compreso che fosse ancora vivo , era cosciente che da un momento all'altro potesse arrivare un altro veicolo ad investirlo e questa esperienza lo ha profondamente segnato. Con “Curve” ha voluto, in qualche modo, esorcizzare questo trauma legandolo all'esperienza onirica del cadere nel vuoto. Più volte è stato proposto ad Egan di realizzare un lungometraggio di “Curve” ma lui ha sempre rifiutato perché, in fin dei conti, ciò che è riuscito a raccontare in 9 tesissimi minuti è molto di più di quello che, solitamente, svariati film Thriller-Horror riescono a dire

Cinemaserietv FILM DISTOPICI DA VEDERE IN STREAMING

FILM DISTOPICI DA VEDERE IN STREAMING

Il genere distopico ha sempre esercitato un fascino particolare sugli amanti del cinema, soprattutto grazie alla sua capacità di esplorare universi futuri in cui la società è al collasso, la libertà è compromessa e l’umanità lotta per sopravvivere. I film di questa tipologia, infatti, non solo offrono un alto tasso di adrenalina e numerosi colpi di scena, ma sono in grado di stimolare anche una profonda riflessione sul mondo in cui viviamo, ponendo domande provocatorie su temi come il potere, la tecnologia e la moralità. Dai combattimenti all’ultimo sangue di Hunger Games alla sofisticata critica sociale di Snowpiercer, ecco cinque imperdibili film distopici da vedere in streaming per tutti gli appassionati del genere. 1. La saga di Hunger Games (2012 - 2015)Basata sui romanzi di Suzanne Collins, Hunger Games racconta la storia di Katniss Everdeen (interpretata da Jennifer Lawrence), una giovane donna costretta a prendere parte a una brutale e sanguinosa competizione televisiva in cui i partecipanti - tutti provenienti dai 13 distretti sottomessi alla ricca Capitol City - devono combattere fino alla morte. La saga, composta da quattro pellicole uscite tra il 2012 e il 2015, è ambientata in un futuro distopico in cui il governo totalitario di Panem controlla i propri cittadini attraverso la paura e la propaganda e mette in scena una potente critica alla spettacolarizzazione del dolore, alle disparità sociali e alla manipolazione mediatica. Un vero e proprio must per gli amanti del genere distopico, che vede tra le fila del sul suo cast (oltre alla già citata Lawrence) anche Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Stanley Tucci e i compianti Donald Sutherland e Philip Seymour Hoffman. Dove vederlo: Prime Video, NOW 2. Non lasciarmi (2010)Adattamento del romanzo omonimo scritto da Kazuo Ishiguro, Non lasciarmi si distingue per il suo approccio delicato e poetico alla distopia.

Filmamo Friends :-) CORNUCOPICA. IL PRIMO ALBUM MUSICALE DI  ROBERTO FLAUTO

CORNUCOPICA. IL PRIMO ALBUM MUSICALE DI ROBERTO FLAUTO

Cornucopica. Il primo album musicale di Roberto Flauto è stato pubblicato su YouTube 🎤 Roberto Flauto, artista e creativo a tutto tondo: sociologo, scrittore, poeta, conferenziere, autore di recensioni e analisi cinematografiche, libero pensatore… come è nata l’idea di spaziare anche sul mondo musicale? La musica è la dimensione primigenia della poesia, che nella dimensione del canto rappresenta la prima forma di trasmissione e conservazione delle informazioni. La poesia, insomma, nasce in quanto mnemotecnica. E credo che chiunque si avvicini allo studio del dispositivo poetico, e dei processi comunicativi in generale, non possa prescindere da questa considerazione. Sto cercando di dire che la musica accompagna ogni mio passo, anche sul terreno della ricerca scientifica. Dico questo per dare un’idea del mio rapporto quotidiano con la musica, che pervade ogni ambito della mia vita. Credo che ogni poeta, categoria nella quale con un po’ di imbarazzo mi riconosco, in quanto tale, abbia con la musica un rapporto privilegiato. E il passo dalla scrittura in versi alla composizione di testi musicali è stato breve. L’idea di comporre un vero e proprio album è nata per caso, ma nel volgere di poche settimane si è tramutata in realtà. È un progetto che mi ha entusiasmato e divertito, e che mi ha permesso di dare pieno sfogo alla mia creatività. La suggestione di creare canzoni variando sul tema "frutta" è nata per gioco, chiacchierando con un amico al bar in un caldo pomeriggio dello scorso luglio. Ho scritto i testi e li ho musicati con l'aiuto di un programma di intelligenza artificiale. Alcune canzoni le ho realizzate in pochi minuti (Banana nana, Frutti di Bosco), per altre ho impiegato più di una settimana e decine di tentativi (Ananasssss, Tamarindo). Ho esplorato tanti generi, dal jazz al rock, dal k-pop al mariachi, dall'elettronica al rap.