Random reviews

Recensione di   Frank Dulaney Frank Dulaney

Body of Evidence - Il corpo del reato

(Film, 1993)

Guardando questo film capisco tante cose: perchè Madonna non sia una grande cantante con una grande voce, ma una ottima manager di se stessa. Quindi è una donna con poco talento (il solo talento che ha...è quello di aver scopato con tutti gli uomini che hanno favorito la sua carriera).Qualcuno l'ha definita: la più grande puttana del mondo dello spettacolo! E forse ha ragione! Nel corso della sua lunga e gloriosa carriera ha saputo vendere la sua immagine ipersessualizzata per fare soldi e diventare quello che è oggi: una vera icona del sesso.E allora perchè ci sorprendiamo di questo film? In fondo è un film erotico, dove le scene più belle sono quelle dove Madonna appare nuda, con le sue bellissime tette e la sua figa cespugliosa; che prima monta il vecchio Andrew Marsh e poi decide di farsi montare dall'eccittato Goblim-Frank Dulaney. E allora è inutile scandalizzarci e montare critiche inutili su questo film; chiunque l'abbia visto l'ha fatto solo per vedere Madonna nuda che scopa! Perchè cosa pensate che gli abbia chiesto De Laurentiis quando ha chiamato lei per il film? " Madonna, tu devi sorridere, fare battute stupide, ma principalmente ti devi devi spogliare, mostrare le tette e il culo e scopare con Willem Dafore ! Perchè il pubblico vuole solo questo da te !" Perchè è questo che è Madonna: una polposa, burrosa, bambola del sesso creata per dare piacere agli uomini...

Recensione di   La Prof Dell' Horror La Prof Dell' Horror

Braccato

La calma, gioiosa nella serenità di un pettirosso che canta la sua libertà. Tanto anelata e tanto cercata. La sete di potere, la distruzione nella caccia alla preda designata. Come le ali che si spiegano in volo, come l'imponente aquila inquadrata all'inizio di questo corto, pronta e raccontarci la sua simbologia in un breve attimo di supremazia.Un ragazzo, in trappola, perso in una circostanza disperata, è alla ricerca di quella libertà smarrita, ma tanto bramata. Avvinghiata a quelle manette, smania per trovare una via d'uscita, una qualsiasi occasione per mettersi in salvo da quell'orrida situazione. Occhi spauriti ma nervi d'acciaio, una fugace speranza dipinge l'opportunità di uscire da quel grosso guaio. Non rimane altro che afferrarla e tentare la fuga, tra spari, corse perdifiato, e una valigetta da un contenuto subodorato, mai realmente svelato.Nico è un ladruncolo, in viaggio dentro una volante. Di certo non avrebbe sospettato di finire tra le grinfie della giustizia, e tanto meno avrebbe immaginato di trovarsi tra il classico poliziotto buono, Ștefănescu (Eugen Neagu), e poliziotto cattivo. Uno dei due agenti ha adocchiato la preziosa valigetta del trafficante, affidatagli dal boss Don Vitaliano (Antonio Tentori), ed è disposto a qualunque cosa pur di impossessarsene. David White è decisamente antipatico e irritante nel ruolo di Jack, tifare per Nico è inevitabile.Una risata, e un urlo non ci svelano del tutto la verità, lasciando alla nostra immaginazione qualsivoglia supposizione. Io, personalmente, tendo sempre a vedere il bicchiere mezzo vuoto, quindi, mi son detta che forse la vita è un po' burlona, e talvolta, si diverte a mettere chiunque in situazioni pericolose, lasciandolo poi con un pugno di mosche in mano. Tuttavia, è una mia personale interpretazione, che non trova conferma o negazione.Eugen Neagu ci racconta questa corsa verso la salvezza e un nuovo inizio con una regia

Recensione di   Tsuki’scomm3nts Tsuki’scomm3nts

Mercoledì

(Serie TV, 2022)

Serie veramente bella, Jenna Ortega strepitosa! Effetti di scena fatti benissimo, il black humor della serie fa crepare (dal ridere) e la storia molto stile giallo.La scena del ballo interamente coreografata da Jenna, ispiratasi ai vecchi balli gotici è veramente una meraviglia!Spero ci sia una seconda stagione ancora più intrigante.P.S. Super fan di Jenna Ortega♡

Recensione di   Laura Laura

Dune - Parte due

(Film, 2024)

If you enjoyed the first movie, you’re likely to feel the same about this one. Personally, I found this sequel even more impressive, and I believe the general audience will too. It effectively captures all the key elements of the book while showcasing outstanding performances and visuals that many films can only aspire to achieve. This film is set to be regarded as one of the finest in the sci-fi/fantasy genre, and it truly deserves all the awards it will receive. It’s been a long time since a franchise and a single film have captivated me to this extent. In the long run, I can see Denis Villeneuve's Dune gaining significant recognition in the next decade, with Part Two also being celebrated as one of the greatest sequels ever made!

Recensione di   Leychella P. Leychella P.

Totò, Peppino e la Dolce Vita

(Film, 1961)

“Totò, Peppino e la Dolce Vita”, diretto da Sergio Corbucci, è una delle più esilaranti e iconiche commedie della coppia comica Totò e Peppino. Se volete immergervi in un mix di humor all’italiana e satira sociale, questo film è un vero must!La trama ruota attorno ai due fratelli, Totò e Peppino, che arrivano a Roma con l’idea di aiutare Peppino a diventare un avvocato. Ma, come spesso accade nelle loro avventure, le cose si complicano in modo esilarante. I due si trovano coinvolti nel mondo scintillante della “dolce vita”, ma con la loro tipica goffaggine e il loro umorismo inconfondibile.La prima cosa che colpisce è la chimica tra i due protagonisti: Totò, con il suo genio comico e la sua mimica straordinaria, e Peppino, che con il suo carattere un po' naive riesce a creare situazioni esilaranti. I loro dialoghi, ricchi di giochi di parole e battute fulminanti, sono un vero piacere per gli amanti della lingua italiana.Le scene iconiche si sprecano: dal tentativo di Peppino di entrare in un locale esclusivo, fino agli imbarazzanti malintesi che li portano a trovarsi faccia a faccia con la mondanità romana. La satira sul jet set dell'epoca è pungente e divertente, con Corbucci che riesce a ritrarre un’epoca in modo sia affettuoso che critico.

Recensione di   Rhea M. Rhea M.

The descent - Discesa nelle tenebre

(Film, 2005)

"The Descent", diretto da Neil Marshall e` uscito nel 2005, è un film horror che ha saputo conquistare sia il pubblico che la critica, diventando un classico del genere. Con una trama avvincente, una tensione costante e una straordinaria caratterizzazione dei personaggi, il film si distingue come una delle opere più riuscite e inquietanti del cinema horror contemporaneo.TramaLa storia segue un gruppo di sei donne, unite da un’amicizia profonda e da un legame di esperienze condivise. Decidono di intraprendere un'avventura di speleologia in una grotta remota nelle Appalachi, cercando di superare un tragico evento che ha segnato le loro vite. Quello che inizia come un'esperienza di svago si trasforma rapidamente in un incubo quando si rendono conto che la grotta è inesplorata e che nasconde segreti inquietanti.L’ambientazione claustrofobica e opprimente delle caverne è perfettamente realizzata, e il film riesce a creare un’atmosfera di tensione palpabile sin dai primi istanti. La sensazione di isolamento e vulnerabilità è accentuata dalla scarsa visibilità e dai rumori inquietanti che accompagnano le protagoniste nel loro percorso.Personaggi e InterpretazioniUna delle forze di "The Descent" è la caratterizzazione delle protagoniste. Ognuna di loro ha una personalità distintiva e relazioni interpersonali complesse, il che rende la loro esperienza nel terrore ancora più coinvolgente. Sarah, interpretata da Shauna Macdonald, è il cuore della storia; la sua evoluzione da donna in lutto a combattente per la sopravvivenza è sorprendente e toccante.Le dinamiche tra le donne, le tensioni e i conflitti che emergono nel momento di crisi sono rese con grande autenticità. Le attrici offrono performance solide e credibili, portando il pubblico a empatizzare con i loro destini.Atmosfera e TensioneLa regia di Neil Marshall è impeccabile. Sa come costruire la tensione attraverso un uso sapiente del montaggio e della musica, alternando momenti di quiete a esplosioni di paura. La scelta di

Recensione di   Claudia Calcagno Claudia Calcagno

Holy Spider

(Film, 2022)

Ho recuperato questa sera, a distanza di due anni e grazie a Rai play, il film e a caldo volevo condividere l'enorme inquietudine che mi ha trasmesso. Un film necessario ma crudo e, a mio personale avviso, un vero e proprio horror. Io mi sono sentita catapultata praticamente subito in un vero e proprio inferno, abitato praticamente solo da demoni, e la giornalista è stata la mia Virgilio. Io ho letto solo dopo dei fatti reali che sono stati usati per scrivere il film, ma in ogni caso sono, a mio avviso, un pretesto per raccontare una società che mi ha fatto davvero, nella sua interezza, un enorme paura. Ancora angosciata, gli unici sospiri di sollievo l'ho avuti in due punti (SPOILER) : alla non morte di lei, dato che mi ero già arresa al nichilismo e avevo pensato “ora muore pure questa”, e alla effettiva esecuzione, così a sorpresa e catartica.Le ultime scene del film, coi filmini delle interviste della giornalista al figlio del Ragno Santo, mi hanno però risprofondato nell'abisso.

Recensione di   Mario Borgia Mario Borgia

Body of Evidence - Il corpo del reato

(Film, 1993)

Confesso di aver guardato questo film unicamente perchè ero interessato a vedere Madonna nuda e fino a quanto si spingeva nelle famigerate scene di sesso.Devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso: mai mi sarei aspettato che una star mondiale, definita oggi la Regina del Pop, con record di vendite di dischi che ancora oggi le varie Lady Gaga, Beyonce, Taylor Swift fanno fatica a scalfire, avesse potuto spingersi cosi oltre !Parliamo di Madonna: nel 1992 la sua carriera era ai massimi; era la donna più famosa del pianeta (ammesso che oggi non lo sia ancora!), la più grande artista vivente; la più sexy ed erotica ; migliaia di ragazzini di tutto il mondo si masturbavano davanti alle immagini del suo libro SEX... Era il suo momento! Ma lei, ha avuto il coraggio di recitare, senza controfigure e partecipando con un sano entusiasmo e attivamente, come se godesse realmente, in alcune delle scene erotiche più realistiche e scandalose della storia del cinema!Non guardare la versione CENSURATA (quella che è passata nei cinema U.S.A e in TV), guarda la versione X-Rated e ti eccitterai davanti al corpo nudo, alle sue tette enormi e rosa che rimbalzano mentre monta il suo partner e mulina su di esso.E' un ottimo trhiller erotico, con ottimi attori: ma il vero protagonista è solo quello;.... il corpo nudo e bello di Madonna...

Recensione di   Giovanni Varuni Giovanni Varuni

Siccità

(Film, 2022)

Bello nella intenzione di sensibilizzare ad una condizione idrica che rischiamo di vivere sul serio. Tuttavia, il film è lento e senza trama.

Recensione di   Beatrice Bianchini Beatrice Bianchini

Dream Palace

(Film, 2022)

La stupidità planetaria impedisce al mondo contemporaneo di scorgere l’assurdità del proprio ordinamento.(T.W.Adorno) Un appartamento di nuova edilizia di design, elegante e apparentemente confortevole viene acquistato in virtù della trattativa/ patteggiamento di Hye jung con l’azienda datrice di lavoro del marito, defunto a causa di un incendio.La donna, madre di un adolescente, decide di porre fine alla protesta nonostante l’opposizione dei familiari delle vittime che sono fermi in un sit-in da molto tempo.L’appartamento si trova nel famoso Dream Palace, e sin dal primo giorno presenta un insidioso problema pressoché inaggirabile: dalle tubature, anche se tenute aperte per ore, esce solo acqua arrugginita.Nonostante la lamentela di Hye jung, il problema non vede soluzione; il responsabile dell’ufficio vendite sostiene che potrà essere risolto solo nel momento in cui saranno venduti tutti gli appartamenti…Da qui inizierà una tormentata via crucis quotidiana per la giovane vedova relativa non solo alla impossibilità di usare acqua se non acquistata in confezioni di plastica ma soprattutto sulla realtà ostativa dei familiari delle vittime. Un labirinto burocratico-sociale-relazionale pressoché inestricabile, renderà il film kafkianamente insidioso: il senso di responsabilità nei confronti degli altri, del figlio, delle scelte e delle azioni ingenuamente intraprese a fin di bene, faranno deragliare le buone intenzioni nelle peggiori conseguenze.L’elemento concettuale centrale del film riguarda l’impossibilità di apportare delle modifiche in un ordinamento impersonale quale è quello delle grandi compagnie. Rivendicare i propri diritti in un sistema che si fonda sul Dividi et Impera, si rivela una dinamica autodistruttiva.Tra l’impossibilità di arrendersi e l’intricato meccanismo alienante che struttura lo stallo non rimane che essere dei banali clienti/consumatori che devono sottostare a regole e rispettare i propri doveri senza poter accedere ai diritti fondamentali.L’interpretazione di Kim Sun-young accompagna il percorso destrutturante in modo assolutamente credibile.Vittime, sit-in, proteste, rivendicazioni, impegno mettono in moto la carrellata delle sostanziali

Recensione di   Il Bollalmanacco - Babol Il Bollalmanacco - Babol

Syk Pike

(Film, 2022)

Vincitore del premio del pubblico al miglior lungometraggio al ToHorror Filmfest 2022.In uscita nei cinema italiani il 5 ottobre 2023. Sick of Myself è una corrosiva commedia nera norvegese che verte sul desiderio perverso della giovane Signe, fidanzata di un artista narcisista, di essere sempre e comunque al centro dell'attenzione, cosa che la porta ad estremi che sarebbe un peccato spoilerare.Coloratissimo, scorretto, tristemente attuale e spietato, Sick of Myself scava nella nostra società dove è importante solo fare parlare di sé, avere successo a tutti i costi (anche facendo schifo) e comunicare con gli sconosciuti, più che con gli amici e la famiglia (trattati comunque alla stregua di un pubblico), perché la nostra vita abbia finalmente un senso. Lo fa grazie all'ausilio di una protagonista bravissima, adorabilmente odiosa, e a parecchie scene surreali, girate con perizia. Segnatelo sulle agende e incrociate le dita perché arrivi in qualche cinema vicino a casa vostra!

Recensione di   rosemary rosemary

Carnival Row

(Serie TV, 2019)

Steampunk bellissimo, come piace a me, realizzato magnificamente, creature meravigliose, attori eccellenti, fotografia stupenda ed efficace, scenografie, storia e tutti i personaggi assolutamente al loro posto e ben caratterizzati. Poi romantico, horror e avvincente. Anche appena lento a tratti, ma non importa. Anche la seconda stagione merita

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Cinemaserietv QUANDO L'ORRORE SI DIFFONDE COME UNA MALATTIA: 5 HORROR IN CUI IL MALE È CONTAGIOSO

QUANDO L'ORRORE SI DIFFONDE COME UNA MALATTIA: 5 HORROR IN CUI IL MALE È CONTAGIOSO

Nel cinema horror, uno dei temi più inquietanti e al tempo stesso affascinanti è sicuramente quello del male che si diffonde come un'epidemia e che, invece di essere confinato a un luogo o a una persona specifica, si trasmette da un individuo all'altro, scatenando un ciclo di orrore senza fine. Questa dinamica si rivela particolarmente disturbante, soprattutto perché richiama il concetto di contagio: un male invisibile che può colpire chiunque, senza alcun preavviso o motivazione. Esattamente come un virus, infatti, il terrore si insinua nelle vite dei protagonisti, lasciando lo spettatore con uno scomodo senso di smarrimento. In questo articolo esploreremo cinque film horror in cui il male si diffonde come una malattia, alimentando la paura e amplificando la tensione della narrazione. 1) It Follows (2014)Diretto da David Robert Mitchell, It Follows ha rapidamente conquistato un posto di rilievo tra i cult moderni dell'horror grazie alle sue premesse originali e angoscianti. Il film segue Jay (Maika Monroe), una giovane ragazza che, dopo un incontro sessuale, scopre di essere perseguitata da una misteriosa entità. Questo essere si rivela in grado di cambiare continuamente forma, assumendo l'aspetto di chiunque e inseguendo la vittima fino a ucciderla, a meno che essa non riesca a trasmettere la maledizione a qualcun altro attraverso un rapporto sessuale.L’idea che il male si trasferisca da una persona all'altra, proprio come una malattia sessualmente trasmissibile, è ciò che rende l’atmosfera del film così incredibilmente soffocante, ma non solo. Ciò che infatti fa di It Follows un prodotto tanto efficace, è la costante sensazione di minaccia, accompagnata da un commento sociale sottilmente inserito su tematiche come la sessualità, il senso di colpa e le conseguenze delle proprie azioni. A completare il quadro, una regia minimalista ma evocativa e la colonna sonora ipnotica di Disasterpeace. 2) La casa - Il risveglio

Valentina

"RISATE, AMORE E AMICIZIA: RISCOPRIAMO 'IL MATRIMONIO DEL MIO MIGLIORE AMICO'"

Cari lettori, benvenuti e bentornati al nuovo appuntamento con la rubrica “Cuori sullo schermo”. Ci ritroviamo dopo la pausa estiva, per continuare il nostro viaggio nel mondo delle Rom Com, che ci fanno sempre sorridere e ci fanno riscaldare anche un pò il cuore, che male non fa…mai!Oggi vi voglio parlare di un film che tutti conosciamo, che mi è recentemente capitato di riguardare e che penso meriti la giusta attenzione, in quanto, credo che abbia un mix perfetto di romanticismo e momenti di pura ilarità, sto parlando de “Il Matrimonio Del Mio Migliore Amico”. "My best Friend’s Wedding" è un film che riesce a catturare il cuore ma lo fa con ironia, grazie alle interpretazioni meravigliose di Julia Roberts, che in quegli anni era considerata la Regina delle Rom Com, una quasi esordiente, ma già promettente, Cameron Diaz, il sempre bravissimo Dermot Mulroney e, come direbbero quelli bravi, last but not least, Rupert Everett, che ha senza dubbio condiviso lo scettro con la Roberts in questo film, nonostante non sia una presenza costante ma è sicuramente colui cha detiene le scene più divertenti e memorabili del film. La storia ruota attorno a Julianne Potter, interpretata con grazia da Julia Roberts, una giovane critica gastronomica che si rende conto di essere innamorata del suo migliore amico, Michael, proprio quando lui annuncia il suo imminente matrimonio con un'altra donna, Kimmy, interpretata da Cameron Diaz. Julianne, al grido di “Questo matrimonio non s'ha da fare” decide di fare di tutto per impedire e sabotare le nozze.Ammettiamolo, sicuramente la premessa del film non urla “originalità” ma il film è talmente ben recitato e strutturato che ci si passa serenamente sopra. Il film riesce a catturare perfettamente l'essenza delle complicazioni dell’amore e dell'amicizia, intrecciando momenti di comicità esilarante con attimi di pura vulnerabilità. La

Diego Cineriflessi SGUARDI DAL MONDO: PAOLO SORRENTINO

SGUARDI DAL MONDO: PAOLO SORRENTINO

È il regista italiano più amato negli Stati Uniti, spesso considerato unico erde di Fellini per il suo stile personale e per la sua capacità di raccontare ed inserire personaggi inusuali nei suoi film. L'esordio nel lungometraggio avviane nel 2001 con L'uomo in più, prima opera ambientata nella sua Napoli. Già da questa pellicola si possono notare alcuni tratti di quella che sarà la sua poetica: su tutto l'amore per i perdenti. I due protagonisti sono infatti uomini che da un momento all'altro perdono la fama e i soldi. Nonostante l'omonimia, ma un carattere profondamente diverso, il destino li porta comunque a un'inutilita sociale senza speranza. Già con l'opera seconda arriva il concorso a Cannes. Le conseguenze dell'amore ottiene ottime recensioni e consacra Sorrentino ad autore da tenere d'occhio. Sempre col sodale Toni Servillo, racconta la storia di un uomo che vive isolato in un albergo del Canton Ticino praticanente senza contatti umani. Regia asciutta, recitazione in sottrazione e importanza fondamentale dell'ambientazione sono altre caratteristiche che si impongono nel suo stile. Con L'amico di famiglia, seconda volta in concorso a Cannes, arriva il primo stop. La storia di un brutto strozzino che si presenta a casa delle vittime come l'amico di famiglia fatica, nonostante l'ennesimo protagonista reietto del mondo. Il brutto è ovunque nella società e l'ambientazione nuovamente asettica dell'Agro Pontino accentua la crudele mediocrità della vita. Decisamente snobbato all'epoca resta comunque un'opera da riscoprire. Con Il divo arriva il Premio della Giuria a Cannes e l'attenzione degli Stati Uniti dove il film approda agli Oscar con la candidatura al miglior trucco. Sorrentino per la prima volta si veste da fustigatore dei potenti e gira un'opera su Giulio Andreotti e la sua pesante presenza nella politica italiana degli anni Novanta tra il tentativo di farsi eleggere Presidente della Repubblica e

Cinemaserietv MIGLIORI BUDDY MOVIES

MIGLIORI BUDDY MOVIES

Storie di compagni di viaggio uniti dalle circostanze più strane e trasformati in alleati inseparabili: i buddy movies hanno scritto la storia del cinema fin dalle loro origini - negli anni ‘20 con Stanlio e Ollio - grazie al loro mix unico di intrattenimento ed emozione. Particolarmente orientato alla commedia e all'azione, è un tipo di racconto che, al di là delle caratteristiche dei suoi protagonisti, si basa essenzialmente sull'incontro tra due modi di essere tanto distanti quanto, alla fine, complementari. Il più delle volte, siamo più interessati al fatto che finiscano per capirsi prima di risolvere i conflitti in cui si ritrovano. Perché nei buddy movie l'amicizia è più importante del mistero, l'abbraccio finale più dei colpi di scena, la comprensione reciproca più dei dubbi. Scopriamo insieme quali sono i migliori buddy movies da vedere in streaming, in occasione dell’uscita su Apple TV+ dell’ultima proposta del genere: Wolfs, con George Clooney e Brad Pitt protagonisti. Superbad (2007)Al di là delle considerazioni narrative ed estetiche, la chiave di ogni buddy movie è il riuscire a trasformare l'amicizia in un altro protagonista: questo è esattamente ciò che fa Superbad. Film “di maturità” per eccellenza, segue due migliori amici prossimi al college, Evan e Seth, che passeranno una delle loro ultime notti da liceali all’insegna del caos totale. Diretto da Judd Apatow, noto per successi come 40 anni vergine e Molto incinta, il film vanta un cast di supporto esilarante - tra cui spicca una giovanissima Emma Stone - e un trio di protagonisti indimenticabili: Jonah Hill, Michael Cera e Christopher Mintz-Plass, decisamente la forza dell’intera narrazione. Raramente l'amicizia tra alcuni ragazzi che fanno della loro aura di perdenti la migliore scusa per essere speciali è stata descritta con tale successo, grazia, arguzia e delicatezza come in questo gioiellino. Hot Fuzz (2007)Altro

Rael70 N.12 - LA SAGA DI

N.12 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 3 DI 15: PROMETHEUS).

Come abbiamo visto nel precedente articolo, l’uscita di “Prometheus” era stata anticipata da ben 4 corti che avevano il preciso scopo di indirizzare gli spettatori all’interno del contesto che avrebbero vissuto nel film: un magnate con ambizioni smisurate, una archeologa speranzosa di realizzare il proprio desiderio (trovare le origini dell’Umanità), un androide che incarnava lo Stato dell’Arte dell’IA (e ricordiamo che ci troviamo ben 40 anni prima della nuova generazione degli androidi che avevamo visto nell'Alien originale).All’epoca i fans della saga si attendevano un vero e proprio prequel di “Alien” ossia scoprire quali erano stati gli eventi accaduti nel pianeta LV-426 che avevano determinato l’invio del segnale di soccorso che stava alla base dell’incipit del film capostipite.Scott, fin dall’anno precedente all’uscita, raggelò tutti quanti: “Prometheus” non costituiva il prequel dell’“Alien” del ’79 ma si spingeva ben prima della storia originale, andando a toccare argomenti quali le origini dell’Umanità e lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.Scott parlò subito di una trilogia (che poteva anche diventare tetra) di film che avrebbero indagato a fondo sulle origini della specie degli Xenomorfi e, nel farlo, ci si sarebbe imbattuti anche nelle origini dell’Umanità.Da sx: Guy Pearce, Michael Fassbender, Charlize Theron, Noomi Rapace, Rydley Scott e Logan Marshall-Green La delusione dei fans fu pertanto notevole poiché il film avrebbe trattato delle tematiche che nulla o quasi avevano a che fare con i primi 4 film (e in special modo con l’Alien originale); ciò nonostante la curiosità fu talmente alta che, alla fine dei giochi, “Prometheus” risulterà il film della saga con il maggiore incasso (400 milioni di $). Quello che vi ho tenuto nascosto nel precedente articolo è che i 4 corti non si riferiscono allo stesso periodo temporale: dalla conferenza TED del 2023 da parte di Peter Weyland occorre fare un salto di 54 anni per

Francesca Arca 10 INCONGRUENZE DI DOPPIAGGIO IN

10 INCONGRUENZE DI DOPPIAGGIO IN "FRIENDS" CHE (FORSE) NON CONOSCI

Friends, la fortunata sitcom statunitense creata da David Crane e Marta Kauffman è stata una delle comedy series più amate nel suo genere. Vanta infatti numerosi premi e l’affetto costante degli appassionati anche a distanza di vent'anni dal suo ultimo episodio. Innovativa da molti punti di vista, Friends ha saputo anticipare temi importanti che, benché trattati in modi adeguati al sentire degli anni ’90 del vecchio millennio, restano ancora di stretta attualità a ben trent'anni anni di distanza dalla prima messa in onda. E oggi come allora quegli stessi temi (famiglie omogenitoriali, identità di genere, maternità surrogata… solo per citarne alcuni) non mancano di creare polemiche e dibattito sebbene con motivazioni diametralmente opposte rispetto all'origine. Se infatti all'epoca alcuni argomenti furono trovati fuori luogo e troppo anticipatori per una sitcom dedicata ad un pubblico giovanile, a qualche decennio di distanza il giudizio delle nuove generazioni è piuttosto severo riguardo alle modalità con cui certe situazioni vengono affrontate. Ad ogni modo le curiosità sulla serie sono davvero tante e in questo articolo vogliamo soffermarci sulle differenze tra la versione originale e la trasposizione italiana della stessa. In Italia Friends venne trasmessa in chiaro dalla Rai. Del doppiaggio si occupò la CDC Sefit Group che scelse degli interpreti in grado di caratterizzare al meglio i personaggi. Tra i doppiatori ricordiamo Vittorio De Angelis scomparso prematuramente qualche anno fa, che diede magistralmente voce al personaggio di Joey.Come però sempre accade negli adattamenti, ci sono delle discrepanze tra le versioni originali e quelle doppiate: anche Friends non fa eccezione. Iniziamo col dire che l’adattamento italiano è leggermente più edulcorato dell’originale, con meno parolacce e meno battute sessualmente esplicite. Sono inoltre stati eliminati in molte occasioni i riferimenti a brand commerciali o del tutto modificati quelli a personaggi famosi, sostituendoli con nomi più conosciuti al

Rael70 N.11 - LA SAGA DI

N.11 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 2 DI 15: PETER WEYLAND E IL PRE-PROMETHEUS).

Nel primo articolo abbiamo esaminato la cronologia cinematografica della saga, dalle origini (Alien) fino all’ultimo lungometraggio rilasciato quest’anno (Alien Romulus) ma, per una buona parte di queste saghe distribuite su vari film, l’inizio della narrazione non sempre corrisponde all’esordio sul grande schermo.Solo per fare alcuni esempi, “Star Wars” inizia con “Guerre Stellari” successivamente rinominato “Episodio IV: una nuova speranza” mentre l’inizio della storia è, come tutti sanno, “Episodio I: la minaccia fantasma” uscito ben 22 anni dopo il film d'esordio del 1977 ed anche per la saga di “Predator”, che approda al cinema nel 1987 con il film omonimo con Schwarzenegger, per risalire all’inizio di tutto occorre attendere il quinto film “Prey” uscito ben 35 anni dopo. Quanto scritto vale ancor di più per la saga che stiamo esaminando: la storia di “Alien”, narrativamente parlando, si dipana per 358 anni (a tutt’oggi) e pertanto si avrebbe l’imbarazzo della scelta nel girare film, corti, creare videogiochi e scrivere romanzi per narrare un così ampio periodo temporale! Occorre quindi fare una scelta: esaminare il tutto rispettando l’ordine cronologico narrativo o quello cinematografico? Prima di procedere occorre stabilire con chiarezza le due grandi strade narrative della saga (che a tutt’oggi non si sono ancora unite). Da una parte la prevista trilogia prequel di Scott, iniziata con “Prometheus”, continuata con “Alien Covenant” e, attualmente, messa in pausa in attesa della terza e ultima fatica che dovrebbe legare, per sempre, i tre film all’”Alien” originale; purtroppo bisognerà fare i conti con la realtà e per un regista che ha 88 anni non sarà così facile trovare il tempo e le forze per terminare il suo progetto. Gli argomenti che caratterizzano i primi due prequel spiazzano lo spettatore se la sua visione rispetta l’ordine cronologico di uscita: il tema biologico-genetico assume una importanza fondamentale così come

Rael70 N.10 - LA SAGA DI

N.10 - LA SAGA DI "ALIEN":STORIA, SIMBOLISMI E CURIOSITÀ (PARTE 1 DI 15: PREFAZIONE).

Sono tante le saghe che hanno fatto la Storia del Cinema: da “Il Signore degli Anelli” a “Ritorno al Futuro”, da “Star Wars” ad “Indiana Jones”, da “Mad Max” a “Matrix” e si potrebbe continuare ancora.La maggior parte di esse, sostanzialmente, vantano due universi narrativi: quello strettamente cinematografico e quello definito “esteso” oppure “espanso” dove alla storia mostrata sul grande schermo si aggiunge (o a volte si affianca) la narrazione letteraria (vedasi libri e/o fumetti) o relativa ad altri media (corti, videogiochi o serie tv).La saga di “Alien” (alla pari di quella Lucasiana di “Star Wars”) rientra proprio in questa categoria: a tutt’oggi sono stati girati 7 film, a partire da “Alien” del 1979 fino ad arrivare ad “Alien Romulus” del 2024 ma ci sono svariati libri, corti e videogiochi che devono essere aggiunti poiché cercano di ampliare la storia e di coprire eventuali linee temporali che non sono state oggetto dei lungometraggi.Da qui nasce il concetto di “canone o canonico”: l’insieme di tutte le storie che sono “certificate” come ufficiali (dalla produzione o dal regista o dallo sceneggiatore) e che contribuiscono, tutte insieme, a creare il cosiddetto “universo narrativo” della saga; ne consegue che le storie “canoniche” non devono entrare in conflitto tra loro od opporsi logicamente e narrativamente con la storia principale pena il non riconoscimento dello status.Occorre dire, per trasparenza, che spesso il canone di una saga viene stravolto (vedasi quello di “Star Wars”) da esigenze commerciali o da decisi cambi nella produzione e nell’orientamento della storia: ne consegue che romanzi che venivano considerati canonici, all’improvviso diventano “legends” ossia storie che non hanno più una forte aderenza con la narrazione principale ma vengono considerate leggende ossia racconti che possono contenere qualche elemento di verità ma che, concretamente, non sono mai accadute realmente all’interno della struttura narrativa principale.Girovagando

Rael70 N.9 - LA MAESTRIA NEL CORTOMETRAGGIO:

N.9 - LA MAESTRIA NEL CORTOMETRAGGIO: "CURVE" DI TIM EGAN.

Nel 2016 il mondo dei corti viene travolto da un fenomeno virale: esce “Curve” del regista australiano Tim Egan il cui video, in pochi mesi, raggiunge i 10 milioni di visualizzazioni. Come se non bastasse, nei vari festival in cui viene presentato, “Curve” accumula vittorie su vittorie: vince lo Sitges Festival, l'Austin Fantastic Fest, il Thess International Short Film Festival di Salonicco, il Made in Melbourne Festival, il Knoxville Horror Film Fest, il Sidney Underground Film Festival e l'iHorror Film Festival nel 2017. “Curve” è un fulgido esempio di come si possa costruire altissima tensione senza nessun jumpscare, senza mostri e senza violenza. Basandosi su l'interpretazione della sola Laura Jane Turner che impersona una donna sull'orlo di un particolare precipizio, il film è una rappresentazione visiva di un sogno che, più o meno, abbiamo fatto tutti nella Vita e tale esperienza si è più volte ripresentata: svegliarci di colpo con la netta sensazione di stare precipitando nel vuoto nonostante siamo perfettamente distesi sul letto. Tim Egan, a questo sogno ricorrente, ha abbinato anche l'esperienza in cui, per miracolo, ha evitato di essere investito da un auto: è riuscito a scansarsi all'ultimo momento ed è caduto a terra semincosciente con gli occhi che potevano vedere solamente il cielo; nonostante avesse compreso che fosse ancora vivo , era cosciente che da un momento all'altro potesse arrivare un altro veicolo ad investirlo e questa esperienza lo ha profondamente segnato. Con “Curve” ha voluto, in qualche modo, esorcizzare questo trauma legandolo all'esperienza onirica del cadere nel vuoto. Più volte è stato proposto ad Egan di realizzare un lungometraggio di “Curve” ma lui ha sempre rifiutato perché, in fin dei conti, ciò che è riuscito a raccontare in 9 tesissimi minuti è molto di più di quello che, solitamente, svariati film Thriller-Horror riescono a dire